Estratto dell’articolo di Alice D'Este per www.corriere.it
Lo sconcerto dei genitori è cominciato alla vista del costume ed è diventato incredulità quando il ragazzino che lo indossava è stato premiato proprio perché indossava «il miglior costume della serata». Durante la festa di Halloween dell’English International school of Padova (EISP) uno studente si è presentato in divisa della Wehrmacht.
In bella vista sulle spalline e sulla pettorina c’erano l’aquila e la svastica nazista. La scuola però, sembra non essersene accorta, fino al punto che lo studente è rimasto per tutta la festa con il costume senza che nessuno lo riprendesse. Una volta tornati a casa diversi genitori e alunni hanno segnalato l’episodio indirizzando mail puntute sia alla comunità ebraica che alla scuola stessa chiedendo spiegazioni.
[…] Dal canto suo la scuola si è subito mossa per tentare di affrontare la situazione con famiglie e studenti. «Cari genitori - ha scritto - vi scriviamo per informarvi di uno sfortunato incidente accaduto durante la festa di Halloween. Uno studente ha indossato un’uniforme tedesca con un simbolo offensivo.
Vogliamo scusarci per l’accaduto. Sfortunatamente la serietà della situazione non ci è apparsa subito chiara. Riteniamo il caso di chiarire che non era assolutamente nelle intenzioni della scuola o del suo staff permettere o promuovere un simbolo così offensivo e naturalmente abbiamo preso immediatamente provvedimenti per gestire la situazione».
Un misunderstanding, insomma. Cominciato male e finito peggio, con tanto di premio. «Per noi la situazione è molto grave - chiarisce Gianni Parenzo, presidente della comunità ebraica di Padova - una distrazione? Può capitare, ma con una cosa di questo livello no».
Tant’è che la stessa comunità, in chiusura di lettera invita la scuola ad «una seria riflessione cui sottoporre tutti i suoi allievi su quanto accaduto invitando un rappresentante della comunità ebraica e un rappresentante di tutte le altre categorie (omosessuali, sinti, diversamente abili) che il nazismo ha massacrato nei campi di sterminio». […]