Giacomo Amadori per “La Verità”
il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 3
È arrivato il giorno del giudizio. Domani a Tempio Pausania prenderà il via uno dei processi più attesi dell'anno, quello a Ciro Grillo e ai suoi tre amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza di gruppo aggravata dall'utilizzo di sostanze alcoliche.
Le presunte vittime, come sanno bene i nostri lettori, sono due coetanee milanesi: S.J. e R.M.. In Sardegna accusa, difese e parti civili utilizzeranno tutte le armi a loro disposizione. Gli avvocati degli indagati per esempio hanno deciso di chiamare a testimoniare un ex amico di S.J., già accusato dalla ragazza di violenza carnale, ma mai denunciato.
La parte civile, invece, schiererà dalla sua parte gli inviati di Corriere della sera e della Repubblica, giornali trasformati così non in osservatori neutrali, ma in partigiani. I quattro giovani sono stati rinviati a giudizio il 26 novembre dopo mesi di schermaglie processuali e mediatiche. L'accusa e il gup, forse pungolati dai media e dall'opinione pubblica colpevolista, sono giunti alla determinazione che, anche se la ragazza in alcuni video appariva consenziente, il suo libero arbitrio era stato condizionato in modo determinante dall'alcol assunto (volontariamente o forzosamente che sia).
A peggiorare la situazione degli imputati i filmati e le foto realizzati vicino a R.M. dormiente con i falli sguainati ad altezza del viso. Una presunta goliardata di pessimo gusto che la legge equipara a un vero e proprio stupro. E lì le immagini non sono equivocabili.Ma la violenza vera e propria, la penetrazione contro la volontà di S.J. c'è stata o no? A deciderlo sarà un collegio di tre magistrati presieduto da Marco Contu. L'aula, vista la delicatezza dell'argomento non sarà aperta al pubblico, né ai giornalisti. Il procuratore Gregorio Capasso ha messo in lista 40 testimoni.
Tra questi la mamma di Ciro, Parvin Tadjik, che all'alba del 17 luglio si trovava nell'appartamento adiacente a quello del presunto stupro; i vicini di casa, i maestri di kite surf, compreso Marco G., che ai carabinieri ha dato una versione, in tv un'altra. Tra i testimoni anche A.M. l'amica di S.J. che ha raccontato ai magistrati di aver visto lividi che in ospedale non sono stati rilevati, ma che ha anche raccontato che S.J. era una ragazza «un po' troppo influenzabile», che inviava su chat di incontri le proprie immagini in déshabillé e che, mentre le conoscenze femminili la rispettavano, i maschi pensavano che fosse «una ragazza più facile di altre».
Questi atteggiamenti disinibiti di S.J. sono stati equivocati dagli imputati? La parte civile oltre a medici e psicologi della clinica Mangiagalli di Milano, che per primi hanno visitato S.J., ha chiamato come testimoni anche Giusi Fasano del Corriere della sera per l'intervista che le aveva rilasciato la maestra di kite, Francesca B., chiamata a testimoniare direttamente. E allora perché sentire l'intervistatrice? Probabilmente la Bongiorno vuole far confermare davanti ai giudici le parole attribuite all'insegnante: «Silvia sembrava confusa. Non riuscì a finire la lezione».
L'opposto di quanto l'istruttrice aveva detto ai carabinieri nell'immediatezza dei fatti a proposito dell'ora passata insieme poco dopo il presunto stupro: «Quando ci siamo presentate mi è sembrata una ragazza vivace, solare ed estroversa. Posso dire che era eccitata ed euforica [] era molto entusiasta e felice della sua performance, nonostante fosse stanca [] Escludo che la ragazza abbia manifestato comportamenti tipici di una persona sotto gli effetti di alcoolici, anche perché non le avrei consentito di iniziare la lezione».
DAVID ENRIQUE BYE OBANDO E IL FRATELLO
Anche Fabio Tonacci della Repubblica è stato chiamato a riferire sull'intervista fatta a Francesca B. (titolo: «Dopo la notte a casa Grillo parlai per prima con Silvia. Era stordita e poco lucida») lo stesso giorno della collega Fasano. Quindi i cronisti dovranno confermare di aver raccolto da Francesca B. una versione opposta rispetto a quella consegnata agli uomini dell'Arma. L'obiettivo è dimostrare che gli investigatori, nella fase iniziale, avevano indirizzato le dichiarazioni verso una linea innocentista? Per accertarlo è stato chiamato a ripetere la propria versione anche Daniele Ambrosiani, titolare del b&b in cui soggiornavano le ragazze.
L'arma segreta delle difese è invece l'ex amico del cuore di S.J. in Norvegia, David Enrique Bye Obando, giovane originario del Nicaragua e figlio dell'ex deputato di sinistra Vegard Bye. Nel febbraio del 2020, davanti ai pm, come aveva già fatto con le sue amiche, la presunta vittima lo aveva accusato di aver approfittato di lei durante un campeggio in Norvegia, quando lei si era addormentata: «Mi sono svegliata e lui stava venendo» aveva detto.
Ammettendo, però, di non averlo denunciato per quell'abuso. Vegard Bye ci ha riferito: «David nega categoricamente. Dice di aver sentito S. e che lei si è scusata per la diffusione di una falsa accusa». Ieri, a proposito della testimonianza, ha scritto: «David non è mai stato interpellato da nessun se non da voi giornalisti. Se convocato dalla magistratura norvegese, ovviamente collaborerà».
CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO
Gli facciamo notare che a convocarlo sarà un tribunale italiano e lui replica: «No signore, David è responsabile solo nei confronti della magistratura norvegese, e non ha avuto notizie da questa, né da quella italiana, del resto». Le difese schiereranno anche il figlio di primo letto di Parvi Tadjik, Matteo Scarnecchia, che ha girato il video di un bacio furtivo tra S.J. e Ciro nella discoteca Billionaire. Tra i testimoni anche il tassista che ha accompagnato presunte vittime e presunti carnefici tutti insieme nell'appartamento dove si sono svolti i fatti. In aula verranno sentite pure la mamma e la sorella diciottenne di S.J..
È stata chiamata a testimoniare anche la giovane Mai Rikter che in un lungo messaggio Whatsapp aveva scritto a S.J.: «Ti hanno manipolato, umiliandoti []. Tu sei abbastanza insicura e loro ti hanno usato». Sia le difese che la parte civile schiereranno i loro interpreti di fiducia per tradurre alcune parole pronunciate in un audio in inglese spedito a Mai da S.J., come hook up, che per qualcuno significa rimorchiare per qualcun altro divertirsi. I medici legali Marco Salvi ed Enrico Marinelli, da fronti opposti, proveranno a stabilire il tasso alcolemico della ragazza e il suo eventuale stato di alterazione.
Le difese vogliono sentire anche Cinzia Piredda, la psicologa scelta come consulente dei pm e secondo cui S.J. avrebbe delle «difficoltà a esprimere la propria volontà e a rispondere con un diniego a richieste poste dagli altri». Verrà ascoltata anche la psicologa Lucia Tattoli che valuterà la «compatibilità e coerenza dal punto di vista psicologico» delle dichiarazioni di S.J. «con i comportamenti effettivamente tenuti» e anche «con l'asserita sindrome post traumatica lamentata».
LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO
La parte civile le contrapporrà la psichiatra Marina Loi, chiamata a «illustrare gli effetti delle violenze sessuali» su S.J. e il collega Pablo Zuglian, lo specialista che ha in cura S.J. dal febbraio del 2020, il quale dovrà riferire sullo stato psicologico della ragazza. Domani i giudici stabiliranno il calendario delle udienze, ma per la fase calda occorrerà attendere ancora qualche settimana.
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