IL DRINK ALTERATO CON LA COCA E POI LO STUPRO - IL RACCONTO IN LACRIME DELLE RAGAZZINE INGLESI VIOLENTATE A PISTICCI -"ERA LA NOSTRA ULTIMA SERA IN ITALIA. VOLEVAMO SOLO BALLARE" - LE DUE 15ENNI SONO STATE DROGATE, IN OSPEDALE HANNO TROVATO TRACCE DI COCAINA NEL COCKTAIL. PER MEZZ'ORA SONO RIMASTE NELLE MANI DEL BRANCO. “UN RAGAZZO HA PROVATO A REGISTRARE TUTTA LA SCENA CON IL TELEFONO MA…” - IL QUESTORE TRASFERISCE LA MADRE POLIZIOTTA DI UNO DEI CANTANTI TRAP INDAGATI

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Giuliana Foschini per la Repubblica

 

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«Era la nostra ultima sera in Italia. Era stata una bella vacanza. Volevamo soltanto ballare». Questo è il racconto della sera dell' orrore di Pisticci fatto davanti ai poliziotti della questura di Matera dalle due ragazze inglesi di 15 anni.

 

Parole lucide e precise che spazzano via gli ignobili tentativi che, in queste ore, il branco sta facendo dal carcere: «Non le abbiamo violentate, erano consenzienti», dicono nella speranza di alleggerire la propria posizione. Ecco, invece, come sono andate le cose.

 

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«Il 6 settembre doveva essere l' ultima sera in cui ci intrattenevamo a Pisticci. Saremmo dovute partire prima ma all' ultimo momento abbiamo cambiato i programmi. Una nostra amica del posto alle 23,30 è passata a prenderci per andare a una festa in una villa con un grande giardino, a Marconia di Pisticci. Non ci ero mai stata - spiega una delle due ragazze - La festa era all' esterno, dentro si entrava per andare in bagno. Non conoscevamo il padrone di casa ». «Quando siamo arrivate - raccontano - c' erano circa 20 persone, poi ne sono arrivate altre, alla fine eravamo circa 40-50. Si ballava, c' era da mangiare e drink liberi».

 

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«Il primo cocktail lo ha preparato il barman davanti a noi - spiega una delle due - Poco dopo un ragazzo mi ha mostrato un drink che aveva preso per me, io mi sono avvicinata e ci siamo presentati. Il ragazzo mi ha detto di chiamarsi Michele». Si tratta di Michele Masiello, uno dei quattro arrestati, il solo finora ad ammettere che c' è stata violenza scaricando però la responsabilità sui suoi amici.

 

Tanto da essere definito «non credibile» dal gip. «Dopo aver bevuto un sorso con lui ho raggiunto mia sorella e la mia amica - racconta la ragazza inglese di origini lucane - per presentargli Michele. Poco dopo si avvicinavano a noi anche alcuni amici del ragazzo: uno era Alberto», Lopatriello un altro degli arrestati.

 

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«Erano una decina e inizialmente sembravano simpatici» racconta l' altra ragazza che, a differenza dell' amica non conosce l' italiano e quindi aveva qualche difficoltà a comunicare. «Quando ci siamo presentati hanno chiesto sia a me sia ai miei amici - spiega ancora la ragazza - quanti anni avessimo e noi abbiamo detto 15. Forse anche loro ci hanno detto la loro età ma non riesco a ricordare la conversazione ».

 

Non è un caso. Le ragazze sono state drogate, in ospedale hanno trovato tracce di cocaina. Certamente, dicono gli investigatori, qualcuno l' ha messa nel cocktail. «Dopo aver bevuto il drink - spiega ancora - ricordo di essermi sentita strana e molto confusa. Michele mi ha preso per mano per portarmi sul retro della casa, mentre la mia amica mi sembrava che stesse parlando con un altro ragazzo.

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Mi sono resa conto subito che alcuni amici di Michele ci stavano seguendo. Io ho provato a ritornare verso la festa ma non ci sono riuscita: mi hanno spinta verso il retro della casa». «La mia amica - racconta l' altra ragazza - era scomparsa con Michele. E nello stesso momento Alberto mi ha invitato a fare una passeggiata. Pensavo che volesse essere solo carino con me e ho accettato. Mi ha porta to in una zona della villa molto buia, ubicata sul retro ».

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Quello che è successo dopo è descritto nel dettaglio nei verbali. Che, per scelta, omettiamo, perché è il racconto di una umiliazione e di una violenza senza fine. Diventerà prova nei prossimi giorni, quando le ragazze (che stanno trascorrendo questi giorni lontane dalla Basilicata) lo ripeteranno nel corso di un incidente probatorio. È importante, però, sapere alcune cose: ogni parte del racconto è stata riscontrata. Ed esistono una serie di verifiche oggettive.

 

Sulle scarpe di alcuni ragazzi è stata ritrovata la vernice di una vecchia macchina posizionata sul retro della villa, ci sono le immagini della videosorveglianza. In queste ore la polizia sta cercando il video di cui parla una delle ragazze. «Un ragazzo ha provato a registrare tutta la scena con il telefono, ma non sono in grado di dire se sia riuscito a farlo ». Oltre ai 4 arrestati, ci sono al momento tre ragazzi indagati, tutti a piede libero. La mamma di uno di loro, Michele Leone, è una poliziotta.

 

Lavorava proprio a Marconia, fino a un anno fa, dove si occupava di minori e teneva seminari sulla violenza contro le donne. Dopo che il figlio aveva avuto problemi giudiziari con la droga era già stata trasferita dal questore Luigi Liguori a Metaponto.

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Dopo questa vicenda, è stata convocata ieri e nuovamente trasferita: da oggi lavorerà negli uffici amministrativi in Questura a Matera.

 

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