Estratto dell’articolo di Michela Allegri per “il Messaggero”
Viaggi, biglietti aerei, ma, per qualcuno, anche incontri con escort e consulenze remunerative. Era il prezzo della corruzione pagato agli ex vertici dell'Enpapi la cassa previdenziale degli infermieri - che, in cambio, avrebbero utilizzato i fondi dell'ente per realizzare investimenti finanziari e operazioni immobiliari pregiudizievoli e svantaggiose per gli iscritti.
Operazioni che, secondo l'accusa, avrebbero scavato un buco da 40 milioni di euro nelle casse dell'istituto e, dall'altro lato, foraggiato il conto in banca degli imputati. Una condotta che, secondo la Corte dei conti, non avrebbe solo contribuito a danneggiare l'Enpapi e i soci, ma avrebbe anche procurato all'ente un gigantesco danno di immagine. Per questo, i giudici contabili hanno condannato l'ex presidente Enpapi, Mario Schiavon, a pagare 247.347 euro, il doppio dell'importo delle mazzette percepite.
La condanna penale a suo carico, intanto, è diventata definitiva: 2 anni e 11 mesi di reclusione, incassati con il patteggiamento. Il giudice ha parlato di «un vero e proprio sistema corruttivo, fondato sul sistematico mercimonio delle pubbliche funzioni, che vedeva coinvolti i vertici dell'ente, i quali ricevevano notevoli somme di denaro da parte di imprenditori e professionisti quale compenso per incarichi di consulenza loro conferiti dalle società di gestione dei fondi nei quali l'Enpapi aveva effettuato investimenti».
[…] L'inchiesta penale e quella contabile, però, sono solo la punta dell'iceberg. La vera partita si gioca davanti al Tribunale civile, dove pende una causa da 250 milioni di euro, avviata dall'ente di previdenza in rappresentanza degli iscritti. Secondo i denuncianti, infatti, l'Enpapi non sarebbe stata danneggiata solamente dal punto di vista dell'immagine e per le tangenti, ma soprattutto dal punto di vista patrimoniale, a causa di operazioni svantaggiose e investimenti "tossici" […]