Dagotraduzione dal Daily Mail
Sospetti sfilano in Cina a Jingxi
La polizia antisommossa del sud della Cina ha fatto sfilare per le strade quattro presunti trasgressori delle regole Covid, suscitando un’ondata di critiche per l’approccio del governo.
I quattro sospetti sono stati incapucciati, vestiti con tute ignifughe e costretti a sfilare davanti a una grande folla, nella città di Jingxi, nello Guangxi, esibendo un cartello con la loro foto e il loro nome. Ognuno era scortato da due agenti di polizia, a loro volta bardati con visiera, tuta ignifuga e mascherine. Intorno a loro, un cerchio di poliziotti in tenuta antisommossa, alcuni armati.
Secondo il Guangxi News la parata ha fornito un «avvertimento alla vita reale» per il pubblico e «dissuaso i crimini di confine». I quattro infatti sono stati anche accusati di aiutare migranti illegali al confine con il Vietnam. Ma la manifestazione ha avuto anche un contraccolpo d’immagine, con numerose critiche sui social media.
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Sebbene Jingxi sia «sotto una tremenda pressione» per prevenire casi di coronavirus importati, «la misura viola gravemente lo spirito dello stato di diritto e non può essere autorizzata a ripetersi», ha scritto mercoledì Beijing News, testata affiliata al Partito comunista cinese.
Il governo aveva annunciato ad agosto che tra le misure per punire chi violava le regole sanitarie ci sarebbe stata la vergogna pubblica, una pratica che veniva utilizzata fino al 2010 con i sospetti criminali e che poi era stata bandita. E ora è tornata in auge con le norme antiCovid.
Intanto milioni di residenti a Xi'an, bloccati in una delle più grandi cinesi, da giorni lanciano grida d’aiuto: costretti nelle loro case, non hanno più cibo e temono la fame. Invece sono stati autorizzati ad uscire solo per fare nuovi test di massa o per emergenze mediche.
Ieri la città ha segnalato 175 nuovi casi, una cifra irrisoria rispetto ad altre grandi città del mondo, ma un duro colpo per la Cina che continua a inseguire la strategia «zero Covid». La città è finita in isolamento giovedì scorso, quando i test di massa hanno rivelato che una persona positiva era sfuggita alla quarantena e poi aveva diffuso ampiamento il virus. Finora Xi’an ha conteggiato 810 casi di Covid, variante Delta, il più grande focolaio cinese da quando il virus è emerso per la volta a Wuhan.