ARTICOLI CORRELATI
Estratto da “Il Messaggero”
Un bombardamento. Mail, messaggi Whatsapp, tutti con la medesima offerta: «Vuoi comprare recensioni per la tua attività?». Proposte sempre più insistenti e se non vengono accettate si arriva alle minacce. È accaduto a Vincenzo Colao, patron del ristorante romano Ripa12, da sempre convinto che i clienti si conquistino con buoni piatti e duro lavoro in cucina.
«Però molti colleghi cedono, il fenomeno è diffuso soprattutto tra chi apre un nuovo locale e vuole iniziare l'attività con una spinta in più. Io mi sono sempre rifiutato e alla fine sono stato costretto a rivolgermi alla polizia».
[…] «Tutto è cominciato quando, l'anno scorso, sono stato ripetutamente contattato da numeri sconosciuti che mi proponevano valutazioni positive su varie piattaforme. Accadeva anche due o tre volte al giorno. Per convincerli a smettere ho avuto la malaugurata idea di rispondere con un messaggio secco: "Non mi interessa".
Non ha funzionato, continuavano a insistere, l'iniziale tariffa di 100 recensioni positive al costo di 400 euro si è abbassata e, a ogni mio diniego, il promotore tornava alla carica con pacchetti che, a suo dire, mi avrebbero fatto spendere una cifra inferiore.
Stremato, li ho bloccati e a questo punto è scattato il ricatto. "Non ci rispondi più, così il nostro capo si arrabbia e comincerà a darti recensioni negative", provavano a spaventarmi».
Come ha reagito?
«Sono andato alla polizia. Il numero dal quale mi contattavano era del Bangladesh, io non ho mai parlato a voce con nessuno, solo tramite messaggio. Quando hanno capito che la situazione era diventata rischiosa, hanno buttato via il telefono».
Il tormento è finito?
«Macché, va avanti. L'ultima mail che ho ricevuto è di stamattina. Dice: "Aumenta la tua reputazione e le tue vendite oggi stesso, ottieni anche tu una classificazione a 5 stelle". Specifica inoltre "assistenza in italiano", anche questa arriva dal Bangladesh. In altri casi la proposta è più dettagliata, la scorsa estate mi ha avvicinato un italiano inviandomi nomi di ristoranti, corredati da foto, con punteggi bassi su Google, al massimo sopra le tre stelle.
Ma a seguito del loro intervento sono lievitati a 4,2. Tanti scelgono questa scorciatoia, ho sentito di una trattativa da quaranta mila euro per conto cliente desideroso di accaparrarsi migliaia di recensioni per aprire il suo nuovo locale con una valutazione già a 5 stelle». […] Noi siamo qui da 33 anni, ma un turista che non ci conosce prima di entrare va sul web. E senza regole non può funzionare».