LA FOLLE RICHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO DI CONDANNARE A UN ANNO DI CARCERE UN 28ENNE CHE HA MOLESTATO QUATTRO BAMBINE, TRA I 5 E I 9 ANNI, IN UN MANEGGIO: LE AVREBBE SPINTE, IN PIÙ OCCASIONI, ALL'INTERNO DELLA SELLERIA, PER MOLESTARLE E MINACCIARLE DI UCCIDERLE SE AVESSERO RACCONTATO LE VIOLENZE – MA PER LA PM SI TRATTA DI UN “FATTO TENUE”. E IN AULA IL MADRE DI UNA BIMBA HA UN MALORE…

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Pa.Fu. per "il Giornale"

 

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Un fatto non di particolare gravità e che non avrebbe causato «ripercussioni» sulla vita emotiva e sull'andamento scolastico delle vittime. È questa la sbalorditiva motivazione alla base della richiesta della Procura di Milano di condannare ad appena un anno di carcere un italiano di 28 anni a processo con rito abbreviato con l'accusa di avere molestato quattro bambine, tra i 5 e i 9 anni, in un notissimo maneggio alle porte di Milano dove le piccole frequentavano un corso di equitazione. Ma non è finita qui.

 

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La Procura, infatti, al termine della requisitoria che si è svolta ieri, ha chiesto di concedere all'imputato anche un'attenuante specifica, quella della «particolare tenuità» del fatto. La decisione finale spetterà alla gup Vincenza Maccora, che ha rinviato l'udienza al prossimo 21 marzo per la sentenza. Com' è immaginabile la reazione delle famiglie delle piccole coinvolte nella vicenda è stata di grande indignazione.

 

L'avvocato Solange Marchignoli, che assiste le famiglie di due delle quattro bambine che si sono costituite parte civile, una richiesta «così lieve da parte della Procura è un fatto gravissimo, non solo perché si ritiene che l'abuso nei confronti di una bambina non sia un fatto grave, ma altresì si sottovalutano le conseguenze» sul successivo percorso di vita delle piccole.

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«Per di più - ha aggiunto il legale - la pm ha chiesto anche l'assoluzione dell'imputato nei confronti di una bambina, sostenendo che il fatto non è realmente accaduto. Una mamma, sentendo la requisitoria, è uscita dall'aula perché non si è sentita bene». L'avvocato Marchignoli ha fatto anche sapere che ha presentato una nuova denuncia nei confronti del titolare del maneggio perché «ha omesso le garanzie che sono doverose nei luoghi in cui i genitori portano i figli».

 

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Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra febbraio 2018 e novembre 2019, tutti all'interno del centro ippico dove le ragazzine frequentavano un corso di equitazione e quando l'imputato aveva 25 anni. L'accusa è violenza sessuale aggravata. Secondo le testimonianze delle bambine il giovane uomo le avrebbe spinte, in più occasioni, all'interno della selleria, dove nessuno avrebbe potuto vederle, per molestarle. E, brandendo un coltello, avrebbe anche minacciato di ucciderle se avessero raccontato le violenze.

 

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L'accusato, M.T., è un tesserato della Federazione Italiana Sport Equestri (Fise) che possedeva un cavallo all'interno del maneggio. L'uomo, già alla fine del 2018, aveva ricevuto una prima denuncia. Nel dicembre 2020 il Tribunale Federale della Fise gli aveva comminato la sanzione di 5 anni di sospensione. Nonostante ciò nel marzo dell'anno scorso il giovane uomo risultava ancora a piede libero, tanto da potersi recare al lavoro indisturbato nell'azienda di famiglia. All'epoca gli istruttori del maneggio l'avevano definito «un personaggio atipico, magari esibizionista», ma tranquillo. Testimonianze che allora gli avevano evitato non solo il carcere ma pure i domiciliari.

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