locandina del processo a gennaro sangiuliano al circolo L Affratellamento di firenze
(ANSA) – Nell'80/o anniversario dell'omicidio del filosofo fascista Giovanni Gentile (1875-1944), ucciso dai partigiani comunisti dei Gap, si terrà al circolo L'Affratellamento di Firenze un 'processo' pubblico contro l'attuale ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano accusato di aver omesso in un suo saggio parte del pensiero di Gentile attribuendo al filosofo intenti di riconciliazione nazionale nella fase della caduta del regime fascista di cui invece egli rimase intellettuale organico fino all'ultimo.
Gentile non fu un "pacificatore" secondo i promotori dell'iniziativa, fra cui Luigi Mannelli presidente del circolo operaio fondato nel 1876, e l'avvocato Francesco Mandarano, legale della famiglia di Bruno Fanciullacci (1919-1944), il gappista che sparò mortalmente a Gentile. Essi promuovono questo dibattito contro la "falsificazione della storia operata dal ministro Sangiuliano", - così c'è scritto nell'invito alla conferenza fissata il prossimo 19 marzo - e giudicano "surreale" la sua rivisitazione di Gentile come "filosofo della riconciliazione nazionale" quando invece i suoi toni furono diversi.
vittorio feltri gennaro sangiuliano - una repubblica senza patria
Accusano Sangiuliano di aver cancellato parole importanti nella parte da lui curata del saggio 'Una Repubblica senza patria' (Mondadori) scritto a quattro mani con Vittorio Feltri. "Sangiuliano riporta in modo troncato solo la prima parte di un passaggio del celebre articolo 'Ricostruire' pubblicato sul Corriere della Sera del 28 dicembre 1943 - ricostruisce l'avvocato Mandarano -, cioè riporta solo la frase in cui Gentile richiama 'al bisogno di concordia degli animi, rinvio di tutto quello che può dividere, cessazione della lotta', ma ne omette il seguito del ragionamento sopprimendo la frase 'tranne la lotta vitale contro i sobillatori, i traditori, venduti o in buona fede, sadisticamente ebbri di sterminio'. E' gravissimo aver soppresso la parte in cui incita alla persecuzione dei partigiani e degli antifascisti per sostenere la propria tesi". (ANSA).
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