Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “la Stampa”
Si parla sempre della corsa allo spazio. E delle pianure sconfinate del cyberspazio.
mappa cavi internet sottomarini nel mar rosso
Mai o quasi dei fondali profondi. Eppure è sotto i mari che sempre più passano le infrastrutture strategiche: cavi per la telefonia e per il traffico dati, gasdotti, oleodotti, elettrodotti. In un prossimo futuro, anche l'idrogeno liquido correrà da un continente all'altro in pipeline. Sotto i mari si giocheranno le sfide maggiori per la nostra sicurezza.
«Se prima utilizzare le grandi profondità marine era una garanzia di sicurezza, da quando sono comparsi i droni subacquei tutto è diventato più complicato», dice il contrammiraglio Vito Lacerenza, comandante dei sommergibili dello Stato Maggiore della marina militare.
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[…] i militari da due anni, in coincidenza con l'invasione dell'Ucraina, hanno moltiplicato gli sforzi per la tutela anche degli assetti sottomarini. E non c'è stato bisogno del sabotaggio al gasdotto North Stream per far capire loro il pericolo. Nel giro di due anni sono ben quattro le condotte sottomarine nel Mare del Nord che sono state sabotate con danni provocati a Norvegia, Finlandia, Estonia.
I tre gasdotti che riforniscono l'Italia (da Tunisia, Libia e Azeirbadjan) vengono tenuti costantemente sotto controllo con navi e sottomarini della Marina. L'osservazione aerea, che è in capo all'Aeronautica, ma gestita dalla sala operativa della Squadra navale, regolarmente controlla che le navi russe (ce ne sono sempre una quarantina nel Mediterraneo, tra militari e civili) non si avvicinino troppo ai nostro gasdotti.
I satelliti osservano. E poi ci sono i droni subacquei. Mezzi che la Marina aveva progettato per la guerra anti-mine, capaci di muoversi in profondità diverse, ma che si stanno rivelando utilissimi per monitorare lo stato di salute delle infrastrutture sommerse. Tutto questo, però, non può bastare. Bisognerà investire in nuovi droni e nuovi sottomarini, come anche in leggi e organizzazione dello Stato, perché la corsa ai fondali profondi è appena cominciata.
[…] Giorgio La Malfa […]: «Viviamo una fase di rischi nuovi nella quale quasi tutte le comunicazioni a distanza di dati sono rese possibili dall'esistenza di cavi sottomarini. L'esigenza di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, accresce i ruoli di oleodotti ed elettrodotti. Sotto la superficie dei mari, insomma, è in atto una competizione tra Stati e tra soggetti privati che potrà influire sul futuro degli assetti geopolitici. Dobbiamo cominciare a parlarne».
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