IL GIALLO DELLE BUCHE – ECCO L’ULTIMA IDEA DEI COMITATI DI RESIDENTI ROMANI: SEGNALARE LA PRESENZA DELLE VORAGINI CON DEI CERCHI GIALLI – IN TANTI HANNO ADERITO ALL’APPELLO DELLA MAMMA DI ELENA AUBRY (MORTA PER UNA BUCA), MA RISCHIANO MULTE FINO A 168 EURO PER VIOLAZIONE DEL CODICE DELLA STRADA (E CHI GESTISCE LE STRADE, INVECE?)

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Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

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L' appello è stato raccolto. Cerchi verdi o gialli sono comparsi attorno alle buche più grandi, da San Giovanni a Settebagni, dai Parioli fino a Ostia. Anche se non si esclude che nei prossimi giorni il fenomeno possa allargarsi a macchia d' olio in altri quartieri. Una forma di impegno civico da parte, per ora, dei comitati dei residenti e di alcuni singoli che sono scesi in strada con le bombolette di vernice spray colorata per segnalare la presenza di micidiali dissesti stradali che possono rivelarsi molto pericolosi, se non fatali, soprattutto per motociclisti e scooteristi.

 

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Non a caso l' invito a fare qualcosa contro le vergognose condizioni del manto stradale capitolino è arrivato proprio da Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, morta in moto all' inizio di maggio su un tratto di via Ostiense martoriato dalle radici degli alberi che costeggiano la strada e che avrebbero provocato la caduta della ragazza. L' iniziativa sembra già aver riscosso un certo successo, visto che in alcuni casi, in particolare a San Giovanni, le buche dipinte sono state subito ricoperte con uno strato di bitume da ditte fatte intervenire dai municipi.

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Interventi provvisori, come accade quasi sempre nella Capitale, che il primo nubifragio rischia di rendere inutili perché l' asfalto posticcio finisce per essere polverizzato dall' acqua. Proprio ieri il Corriere ha fatto un altro giro, metro alla mano, per le strade più interessate dai dissesti. Ne è uscito un quadro, parziale vista la vastità del territorio capitolino, poco rassicurante: voragini grandi e piccole profonde da cinque a dieci centimetri, dalla zona dell' Esquilino a quella di San Giovanni, dalla via Casilina al quartiere Trieste, fino alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme e agli archi della Cristoforo Colombo.

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L' elenco è interminabile, la situazione disastrosa, a fronte dell' atteggiamento dei romani, in auto e in moto, pronti ad applaudire qualsiasi iniziativa, anche autonoma, che possa fornire un aiuto per migliorare le strade di Roma. Dove, oltre alla buche, la fanno da padrone i rattoppi - vecchi e nuovi - sull' asfalto, a volte anche più pericolosi delle voragini e degli avvallamenti.

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Dentro le buche si può trovare di tutto, dal terriccio ai mozziconi di sigarette, perfino le mattonelle, come accade nella zona residenziale «Marco Simone», a Guidonia, dove i residenti sono pronti a presentare un esposto in Procura. A Roma di indagini ne sono state aperte già due sull' asfalto impercorribile, mentre ieri una perizia disposta dai pm ha comunque escluso che la morte della sincronetta azzurra Noemi Carrozza il 15 giugno scorso sulla Cristoforo Colombo sia stata causata dal problemi del fondo stradale, confermando le prime conclusioni dei vigili urbani, guidati dal comandante generale Antonio Di Maggio.

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La polizia municipale, sulla questione delle buche segnalate con la vernice, ricorda che, sebbene possa essere un' azione a fin di bene, «imbrattare l' asfalto è pur sempre una violazione del Codice della strada»: l' articolo 15 (Titolo II, capo I) prevede una multa da 41 a 168 euro, più il pagamento delle spese per il ripristino dei luoghi.

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