Estratto da www.corriere.it
giulia cecchettin e filippo turetta 2
Decine di coltellate, che solo la macabra contabilità dell’autopsia potrà definire nel dettaglio. Le ferite sulle mani e sulle braccia, segno che lei era viva e ha tentato di difendersi mentre il suo aggressore la pugnalava a ripetizione.
La prima analisi del corpo di Giulia Cecchettin ricostruisce tutta la violenza del delitto, con ferite profonde. Ma restituisce anche tanti dubbi e ipotesi che ora andranno vagliati dagli inquirenti, capitanati dal pm di Venezia Andrea Petroni, titolare dell’indagine fin dall’inizio, quando si sperava che fosse una semplice sparizione.
giulia cecchettin e filippo turetta
Il primo è dove sia avvenuto il delitto. Le immagini delle telecamere del capannone della Dior a Fossò (Venezia), scoperte solo lunedì, avevano ripreso l’aggressione di Filippo a Giulia attorno alle 23.30 di sabato e mostrano il giovane che colpisce la ragazza alla testa, facendola cadere al suolo esanime e poi caricandola nel bagagliaio dell’auto; prima c’era stata una lite all’interno dell’auto, ma le immagini non sono nitide e dunque non si capisce se lui abbia in mano un coltello.
Una delle ipotesi allo studio dei carabinieri di Venezia è che il giovane l’abbia caricata credendola morta e che lei a un certo punto si sia lamentata: solo allora Turetta potrebbe essersi fermato per colpirla numerose altre volte.
Quello del coltello o dei coltelli è uno dei «gialli». A Fossò ne è stato trovato per terra uno con la lama spezzata, ma era pulito e quindi inizialmente era stato escluso che fosse stato usato per il delitto: anche perché dal video non si capisce quando potrebbe averlo compiuto.
Se passasse però la tesi delle due fasi, si potrebbe ipotizzare la presenza di un secondo coltello e questo ovviamente riapre anche il discorso della premeditazione. Per ora non è contestata formalmente a Turetta — l’unica aggravante è quella della relazione sentimentale tra i due — ma potrebbe esserlo non appena saranno messi insieme tutti i pezzi della storia.
il percorso dell auto di filippo turetta
Perché Filippo avrebbe infatti dovuto avere uno o addirittura due coltelli in auto? Le altre strane «coincidenze» riguardano un’ipotetica torcia e i sacchetti. [...] Non c’erano nemmeno particolari ferite da trascinamento, quindi probabilmente Filippo l’ha portata in spalla nella discesa e poi è risalito: ma per farlo avrebbe dovuto avere una torcia, perché era buio pesto e ci sono già i primi segni di ghiaccio, per cui avrebbe potuto rischiare di cadere. Questa dinamica, peraltro, potrebbe portare alla contestazione del reato di occultamento di cadavere. [...]
la ricostruzione dell aggressione di filippo turetta a giulia cecchettin FILIPPO TURETTA