UN GOVERNO A MISURA DI MEDIASET – L’ITALIA SI PRESENTA AI NEGOZIATI SUL “MEDIA FREEDOM ACT”, IL REGOLAMENTO EUROPEO SULLA LIBERTÀ DEI MEDIA, CON L’OBIETTIVO DI ARGINARE LO STRAPOTERE DELLE PIATTAFORME DIGITALI – UNA POSIZIONE “SUGGERITA” DAL BISCIONE, CHE HA CHIESTO MODIFICHE AL REGOLAMENTO SU MERCATO PUBBLICITARIO E AUDIENCE. RICHIESTE PUNTUALMENTE RECEPITE E “COPIATE” DAL PARLAMENTO ITALIANO – SULLO SFONDO LA NECESSITA’ PER LA MELONI DI RICUCIRE CON I BERLUSCONI DOPO LO SGARBO DELLA TASSA SUGLI EXTRA-PROFITTI CHE COLPISCE MEDIOLANUM…

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Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”

 

pier silvio berlusconi - mediaset pier silvio berlusconi - mediaset

L’Italia si presenterà ai negoziati europei sul Media Freedom Act, il regolamento europeo sulla libertà dei media che sarà votato oggi dal Parlamento europeo e poi discusso nel trilogo insieme a Commissione e Consiglio, con una posizione precisa: parere positivo sul regolamento, ma richieste di modifica sullo strapotere delle piattaforme digitali […]

 

La richiesta a Bruxelles arriva dal Parlamento italiano che, tra febbraio e luglio, ha votato su proposta della destra il parere sul regolamento. Il tutto con un suggeritore speciale: Mediaset. Le condizioni finali al parere favorevole approvato dalla commissione Cultura della Camera lo scorso 18 luglio infatti ricalcano, nella parte relativa al mercato dei media, una relazione consegnata ai deputati dall’azienda di Cologno Monzese che era stata audita dalla commissione, come altri competitor tra cui Rai e Sky.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI - FUNERALI DI SILVIO BERLUSCONI PIER SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI - FUNERALI DI SILVIO BERLUSCONI

Il 22 febbraio scorso, i deputati avevano ascoltato il direttore delle Relazioni Istituzionali di Mediaset Stefano Selli che, alla fine della seduta, aveva consegnato ai componenti della commissione una relazione con le richieste del Biscione.  Proposte di modifica del regolamento che riguardavano soprattutto un freno allo strapotere delle piattaforme digitali (da Netflix a Google, passando per Facebook) e che sono state accolte praticamente in toto dalla maggioranza di destra che le ha riportate nelle “condizioni” finali in vista della trattativa europea. […]

 

Il Terrore della concorrenza di Netflix

netflix 10 netflix 10

Il contesto è d’obbligo. Le televisioni italiane sono terrorizzate dall’ingresso delle piattaforme digitali nel mercato pubblicitario: colossi come Netflix e Prime Video hanno iniziato a raccogliere la pubblicità e questo sta provocando scompensi nel duopolio Rai-Mediaset. Meno introiti, bilanci più magri e quindi palinsesti da ripensare.

 

Per questo le televisioni tradizionali stanno pressando il governo perché inizi a regolare il mercato delle piattaforme digitali imponendo loro gli stessi limiti dei media tradizionali. Una preoccupazione espressa da Mediaset nella relazione consegnata ai deputati in vista del parere finale al regolamento: “La pubblicità in forma audiovisiva – si legge nel documento letto dal Fatto – può essere, da tempo, efficacemente diffusa, oltre che dai broadcaster, tanto dai ‘nuovi’ fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta (Netflix, per limitarci a un esempio, ha da tempo annunciato la propria intenzione di entrare nel mercato pubblicitario), quanto dalle piattaforme ‘non editoriali’.

 

pier silvio berlusconi - mediaset pier silvio berlusconi - mediaset

Inoltre, non può essere sottaciuto il ruolo dei grandi motori di ricerca, partendo da Google, che assumono sempre più il ruolo di porta d’accesso dei contenuti, compresi quelli pubblicitari, all’utenza”. Questo, sottolinea il Biscione, “genera importanti e complesse questioni, tra cui, ad esempio, quella relativa alla misurazione delle audience, affrontate dalla proposta”.

 

 

[…] Mediaset chiede modifiche proprio su diversi aspetti relativi al potere delle piattaforme digitali. Il primo riguarda il ruolo delle piattaforme digitali che offrono servizi di intermediazione online ai media. I motori di ricerca e i social network, infatti, spesso mettono in collegamento i media tradizionali e il pubblico ma, si legge nel documento di Mediaset, “qualora questi soggetti non prestino i propri servizi a un determinato editore o li prestino in modo discriminatorio, l’effettiva capacità dei media di raggiungere il pubblico può essere seriamente compromessa”. […]

 

Più limiti al web “misurare l’audience”

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Tra i limiti alle piattaforme, inoltre, Mediaset nella relazione al Parlamento chiede anche nuove linee guida in merito “all’accessibilità dei servizi di media audiovisivi tramite l’interfaccia utente” (cioè le tv che riproducono un computer) ma soprattutto la specifica richiesta di cambiare l’articolo 23 della proposta per inserire modalità di misurazione dell’audience anche per i media digitali come per quelli tradizionali: “L’importanza di questo aspetto è evidente – aggiunge l’azienda di Cologno Monzese – poiché si tratta di un elemento chiave rispetto alle decisioni degli investitori pubblicitari”.

 

E quindi, conclude l’azienda guidata da Pier Silvio Berlusconi, gli strumenti di misurazione dell’audience dovrebbero essere “oggettivi, trasparenti e verificabili, idonei, tuttavia, a tenere conto delle specificità di ognuno”.

 

Richiesta norme antitrust anche per le big tech

pier silvio berlusconi pier silvio berlusconi

L’altra richiesta riguarda le norme anti-concentrazione.

Il duopolio Rai-Mediaset rappresenta una specificità del panorama televisivo italiano dai tempi del conflitto d’interessi di Silvio Berlusconi e il Biscione non vuole che questo quadro venga messo in discussione.

 

[…] Mediaset chiede di modificare l’articolo 21 del regolamento che prevede norme stringenti anti-concentrazione: la richiesta è quella di non applicarla solo ai media tradizionali ma anche alle piattaforme online che raccolgono pubblicità “evitando, in questo modo, l’introduzione di regole specifiche limitate ai soli media, che potrebbero ostacolare il necessario consolidamento del settore, senza, al tempo stesso, introdurre una disciplina che consenta di valutare gli effetti sul pluralismo delle concentrazioni realizzate dagli operatori della Rete”. […]

 

La destra copia le “Condizioni” del Biscione

Richieste che sono state inserite sotto forma di “condizioni” nel parere favorevole approvato dalla commissione Cultura a larga maggioranza: la relatrice è stata la meloniana Grazia Di Maggio ed è stato votato da tutti i partiti, tranne che dal M5S che si è astenuto avendo espresso contrarietà alle richieste sulle norme anti-concetrazioni (proprio una di quelle di Mediaset).

 

IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI - MARTA FASCINA IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI - MARTA FASCINA

L’Italia dunque tratterà a Bruxelles a determinate condizioni, tra cui quelle chieste dal Biscione: ai punti 8 e 10 del parere si chiede esattamente di introdurre regole più stringenti per le piattaforme digitali su audience, interfaccia e servizi di intermediazione, dall’11 al 13 si propone di estendere le norme anti-concentrazione anche ai media digitali e forme di misurazione dell’audience.

giorgia meloni silvio berlusconi giorgia meloni silvio berlusconi GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

 

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