Chiara Giannini per il Giornale
Il rischio di attentati nella notte di Capodanno c'è ed è più che fondato. A segnalarlo è l'intelligence internazionale, che ha comunicato all'Italia che alcuni foreign fighter sarebbero in partenza o già nel nostro Paese per compiere atti terroristici.
E la preoccupazione di chi deve gestire la sicurezza nazionale cresce di ora in ora, tanto che gli addetti sono al lavoro da giorni per calcolare eventuali pericoli e interventi laddove se ne crei la necessità.
Gli attacchi potrebbero avvenire in qualsiasi modo e riguardare i luoghi più affollati, quelli dei festeggiamenti, presumibilmente nelle grandi città. L'allerta è così alta che la questura di Roma ha inviato una nota interna con cui comunica «che è stata segnalata la pianificazione di iniziative che prevedono il rientro di foreign fighter in Europa». Gli atti offensivi potrebbero avvenire nel vecchio continente, ma anche in America «su obiettivi ad alta frequentazione di persone come locali, ristoranti, centri commerciali e musei».
Ma c'è di più, perché gli attentati potrebbero essere compiuti in simultanea «in diverse Capitali europee, nel corso di festeggiamenti di fine anno, secondo non meglio specificate modalità». Tra i rischi si parla anche di «sofisticazioni alimentari», per cui attenzionati speciali sono acquedotti pubblici, sistemi di ristorazione e tutto ciò che è legato alla distribuzione alimentare.
A rendere il pericolo maggiormente concreto, oltretutto, c'è il fatto che nella notte tra il 18 e il 19 dicembre sono state rubate dal piazzale di una nota concessionaria romana alcune automobili - otto in tutto - di marca Dacia e Renault e altrettante targhe. Una sottrazione in blocco di questo genere desta sospetti non di poco conto.
Di più: preoccupa infatti il furto di due taxi nella Capitale perché «in precedenti attentati compiuti in città europee sono stati utilizzati taxi come mezzi di trasporto».
La nota è stata diffusa alle questure di tutta Italia. Nella stessa si raccomanda pertanto di prestare la massima attenzione nel controllo del territorio: dai divieti di sosta fino ai cassonetti. Inoltre, viste le minacce al corpo della polizia in seguito all'uccisione da parte di due agenti, ora sotto scorta, dell'attentatore di Berlino Anis Amri, viene suggerito il controllo dei pacchi e plichi sospetti inviati via posta.
Insomma, quella che finora anche dall'Italia veniva vista come una guerra lontana, oggi assume il sapore amaro del pericolo in casa. C'è chi punta il dito contro l'immigrazione incontrollata, perché considerata bacino da cui attingere da parte dei terroristi islamici. C'è chi, invece, invita alla calma e a non creare allarmismi «perché non si può rinunciare a vivere una vita normale dandola vinta ai terroristi».
Certo è che il momento è così ad alto rischio che gli accessi ad alcune importanti piazze italiane, tra le quali, per fare un esempio, piazza del Miracoli a Pisa, sono stato interdetti ai camion attraverso appositi blocchi intorno ai quali anche le auto devono fare uno slalom obbligato. Inoltre, rappresentanti delle forze dell'ordine e armate saranno impiegati in massa, per tutta la notte, per il controllo degli obiettivi a maggior rischio.
Il consiglio per i cittadini? Quello di sempre: segnalare a polizia e carabinieri qualsiasi movimento sospetto. Poi è la fortuna a giocare un ruolo fondamentale. O la mano degli uomini del Califfato, la cui bandiera nera diventa di giorno in giorno una preoccupazione sempre maggiore per l’intera umanità.