Giuseppe Del Bello per “la Repubblica”
Abbandonata nel suo letto e sommersa dalle formiche. A centinaia. Che corrono in fila sul suo braccio, sul viso, tra i capelli. Tutto il corpo, ma anche il letto, tra le lenzuola e il cuscino sono attraversati da interminabili cortei di formiche. Alcune piroettano anche sul catetere vescicale.
Lei, la paziente, è in stato di incoscienza. Non può chiamare nessuno perché è in shock settico, successivo a un' infezione dopo l' intervento di protesi d' anca cui è stata sottoposta. E nessuno si preoccupa. Degrado assoluto.
OSPEDALE SAN PAOLO DI NAPOLI - DONNA SOMMERSA DALLE FORMICHE
Eppure succede nella terza città d' Italia. Al quarto piano, in una corsia della Medicina d' Urgenza dell' ospedale San Paolo, presidio di frontiera che dà assistenza agli abitanti di tutta l' area occidentale di Napoli. L' anziana donna è stata fotografata in quelle condizioni alle 7 di domenica mattina.
A denunciare il caso è Francesco Emilio Borrelli, il consigliere regionale dei Verdi che ha diffuso la foto-scandalo: «Era immersa tra le formiche in un letto sporco. Un livello di sciatteria e mancanza di igiene inaccettabili. Da anni denunciamo la presenza di insetti e scarafaggi. E le rassicurazioni si sono rivelate sempre inattendibili. Chiediamo la rimozione immediata di tutti i responsabili del reparto. Il direttore sanitario dovrà dare spiegazioni anche in commissione sanità. Intanto ho deciso di chiedere un' inchiesta interna. Non accettiamo giustificazioni superficiali. O si lavora in modo serio e con rispetto per i malati o si va a casa».
Vito Rago, il direttore sanitario che al San Paolo è approdato «da soli 20 giorni», non si giustifica: «Sono mortificato. Adesso, farò fare una disinfestazione vera. Ho già chiamato la direttrice amministrativa per espletare una gara immediata. Costa 7mila euro, ma si farà perché è giusto farla ». Il direttore, pur ammettendo le sue responsabilità, fa intendere che chi l' ha preceduto avrebbe potuto e dovuto adottare le misure idonee a sanare la situazione.
Ernesto Grasso invece è il primario facente funzioni (di primari di ruolo negli ospedali napoletani ne sono rimasti pochissimi, quelli andati in pensione, anche da anni, non sono mai stati sostituiti): «Sono sconvolto, angosciato. Fisicamente distrutto. Da 16 anni sto portando avanti il reparto. Non avrebbe mai dovuto accadere, io non ero in ospedale. Eppure ogni anno si fanno almeno due, tre disinfestazioni ». Lo contraddice un infermiere: «I vertici istituzionali sono stati più volte avvertiti delle formiche e degli scarafaggi, nessuno se n' è preoccupato. Io stesso ho visto più volte formiche su bocca e occhi di tanti poveri pazienti, ammalati gravi e indifesi.
Abbandonati e impossibilitati a reagire». La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha costituito una doppia task-force da inviare a Napoli: ministeriale e dei Nas. Ieri sera, la donna è stata smistata, insieme ad altre tre ricoverate, in un altro reparto. Anche il Codacons dice la sua: «Una vergogna che regala a Napoli il titolo di capitale italiana della malasanità».
«Dopo i furbetti del cartellino del Loreto e il Cardarelli con le barelle stipate nei corridoi, un nuovo scandalo investe la sanità», commenta il presidente Carlo Rienzi, «Il primario, il direttore sanitario, gli assessori comunali e regionali, si dovrebbero dimettere. Presenteremo un esposto in procura». Il sindacato Nursing-Up, attacca i vertici sanitari: «Più volte la direzione sanitaria è stata sollecitata a bonificare gli ambienti», si sfoga il segretario Mario De Santis, «e quel che sta succedendo nei presìdi cittadini rivela la totale mancanza di governance della Asl Napoli 1.
Abbiamo invitato l' attuale direttore generale facente funzioni (il precedente è stato sospeso perché finito in un' inchiesta giudiziaria, ndr) a visitare gli ospedali». Durissima, Valeria Ciarambino, capogruppo regionale dell' M5S, accusa: «Vergognoso è lo sciacallaggio di chi usa queste immagini per promuovere la nomina a commissario alla sanità di De Luca, dimenticandosi che di quello scempio è lui il responsabile».