MAMMA BAMBINO 2 ANNI NEL MIRINO DEL FISCO
1. INNOCENTI EVASIONI
Massimo Gramellini per “la Stampa”
Chissà cosa diventerà da grande quel bambino di Alessandria che Equitalia tampina dall' età di due anni (ora ne ha dieci), contestandogli una serie di fatture non pagate. A una creatura che invece della cartella scolastica ha ricevuto quella fiscale e prima ancora di fare un corso era già stata costretta a fare un ricorso, saremmo disposti a perdonare praticamente tutto, persino la decisione di iscriversi alla Salvini Jugend o di disimparare l' italiano e imparare l' italianità leggendo l' autobiografia evasiva di Berlusconi nella versione a fumetti di Alan Friedman.
Figuriamoci se non potremmo perdonargli qualche piccola mania di persecuzione che lo inducesse a stendersi precocemente sul lettino del commercialista. Si riescono solo a immaginare gli effetti che un trauma di quella portata è in grado di produrre su una psiche infantile.
BAMBINO 2 ANNI NEL MIRINO FISCO
La sensazione di essere perennemente inseguiti da ometti grigi con la voce del ministro Padoan che ripetono a mo' di giaculatoria il tuo codice fiscale. L' impulso irresistibile di occultare lo scontrino del portapenne allo sguardo indagatore della maestra. Gli incubi notturni popolati da agenti di Equitalia che ti circondano come gli zombie nel video di Michael Jackson e pretendono che tu mostri loro la fattura del tuo primo ciuccio.
Questo novello Harry Potter segnato in fronte dal fulmine della burocrazia demente è un essere predestinato. Da grande, come minimo, diventerà presidente del Consiglio e alzerà il tetto dei contanti a tremila euro, sempre che nel frattempo qualche altro maghetto non gli abbia rubato l' idea.
2. IL BIMBO CHE A 2 ANNI ERA GIÀ NEL MIRINO DELLE CARTELLE EQUITALIA
Miriam Massone per “la Stampa”
«Tutto ciò che ero riuscita a sapere è che a comprare quel cellulare era stato un omonimo di mio figlio: stesso nome, stesso cognome, solo che era di un' altra città, Casale Monferrato, e soprattutto non era nato nel 2005 come il mio bambino ma nel 1942».
Amelia Iudicone, 41 anni, di Alessandria, in questi 8 anni con il Fisco che soffiava sul collo del figlioletto a partire da quando lui di anni ne aveva appena 2, sostiene che alla base del disguido che ha trasformato il suo bambino in uno dei più piccoli «morosi» d' Italia ci sia un antipatico caso di omonimia (confermato per altro ieri da H3G: «disguido nato da un' utenza regolare intestata ad un signore del 1942, residente ad Alessandria che ha omesso di pagare canoni alla nostra Società e la tassa in questione»).
Nel 2010 per provare a «liberare» il figlio da Equitalia, la mamma presentò anche una denuncia per furto di identità.
«L' ufficiale giudiziario mi spiegò dell' omonimo»: Amelia lo ricorda nella sua casa alla periferia di Alessandria, con in mano le cartelle esattoriali ormai consumate, e poi sussurra: «Chi mi dice che non l' abbia fatto apposta?». È anche per questo che non ha voluto saldare, per conto di altri, i debiti con l' Agenzia delle Entrate, nonostante si trattasse di soli 166 euro, la somma di tre fatture contestate.
Riguardano l' acquisto, con contratto, di un cellulare H3G: secondo il Fisco a comprarlo fu, nel 2007, proprio il figlio di Amalia, che però all' epoca aveva 2 anni. È questo l' incipit di un' odissea che si è conclusa soltanto 8 anni dopo. Forse.
Se da un lato infatti Equitalia e Agenzia delle Entrate sostengono di aver risolto il caso e provveduto allo sgravio già a marzo, dall' altro mamma Amalia resta diffidente e questa volta pretende garanzie: «Me l' avevano promesso anche nel 2010 dopo la visita dell' ufficiale giudiziario: quando si trovò di fronte il bambino disse che avrebbe presentato una relazione per chiarire la vicenda».
Ma poi il Fisco è tornato a bussare a casa della famiglia del piccolo ancora quest' anno: «La cartella ricevuta dal minore era dovuta al mancato pagamento della tassa di concessione governativa sull' abbonamento di un cellulare attivato anni fa, inserendo impropriamente il codice fiscale del bambino di Alessandria» puntualizza ora l' Agenzia delle Entrate: «Se è così - replica lei - lunedì mattina mi diano una liberatoria nella quale si mette nero su bianco che mio figlio sarà lasciato stare dal Fisco. Per sempre».