IO NON CANTO AL CAMPOSANTO – LA OXA DÀ FORFAIT AL PRIDE VILLAGE DI PADOVA: “TROPPO VICINO AL CIMITERO”- PER SEL OFFENDE I GAY

La cantante annulla il live dopo aver scoperto che il palco si trovava vicino a uno dei cimiteri cittadini – Il vendoliano Alessandro Zan va su tutte le furie: “Decisione senza senso, Oxa preferisce assecondare un capriccio piuttosto che far crescere la cultura dei diritti contro l’omofobia”…

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Alessandro Gonzato per "Libero"
In una torrida giornata di fine giugno apprendiamo che cantare per i gay è una questione di impegno civile. Che chi non lo fa è un cavernicolo, un gretto, uno che non rispetta le idee degli altri. Insomma, un mostro.

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Facciamo questa scoperta grazie ad Alessandro Zan, 40 anni il prossimo ottobre, deputato di Sinistra Ecologia Libertà (Sel), noto membro del mondo Lgbt - acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender - e conosciuto anche per aver contribuito a creare a Padova, dove fino allo scorso marzo era assessore nella giunta Zanonato, il primo registro anagrafico delle coppie di fatto, aperto sia agli omosessuali che agli etero.

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L'inventore dei «pacs alla padovana» è andato su tutte le furie quando gli organizzatori del Pride Village - Zan è uno dei fondatori - in programma dal 28 giugno al primo settembre all'interno del polo fieristico del capoluogo euganeo, gli hanno comunicato che Anna Oxa, una delle star più attese della manifestazione, si era tirata indietro dopo aver scoperto che il palcoscenico su cui avrebbe dovuto esibirsi si trovava vicino a uno dei cimiteri cittadini.
L'idiosincrasia della cantante di origine albanese nei confronti dei camposanti è ben nota nell'ambiente dello spettacolo. Anche i suoi fan lo sanno.

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La Oxa, nelle sue interviste, ha sempre dichiarato di volersi tenere ben lontana dai cimiteri. Si tratta di una scelta particolare, non v'è dubbio, e proprio per questo ci si sarebbe aspettati che uno come Zan - da sempre in prima linea per la libertà e il rispetto di tutti - non bollasse la decisione della cantante come «assurda», e il suo comportamento come «grave e privo di senso».

Invece, il deputato vendoliano dice che «Anna Oxa preferisce assecondare questo suo capriccio piuttosto che dare il suo sostegno ai diritti dei tanti gay che da tempo la sostengono». Nessun accenno, invece, a eventuali contratti già firmati dall'organizzazione con l'artista, elemento che, questo sì, avrebbe dato un senso alla discussione. Nessun riferimento a un ipotetico scarso preavviso da parte della cantante.

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Sì perché se una star tanto amata dal pubblico si permette di tirare il bidone a pochi giorni da uno spettacolo, e magari pure con un accordo scritto di mezzo, allora dei buoni motivi per arrabbiarti li hai.

Il deputato di Sel avrebbe anche potuto obiettare che il cimitero in questione, che si trova nel quartiere Arcella, non è proprio a due passi dalla Fiera di Padova, che in mezzo c'è un tratto di tangenziale e poi ancora qualche casa. Ma il punto, evidentemente, non è questo.

La Oxa, con la sua profonda avversione per i camposanti ha insultato gli omosessuali, sia quelli vivi che quelli passati a miglior vita, si capisce. Zan non si dà pace:
«Gli artisti, gli scrittori, i giornalisti e i personaggi noti che decidono di partecipare al Village lo fanno con spirito di impegno civile, contribuendo a far crescere la cultura dei diritti contro l'omofobia». Tra questi, seguendo il ragionamento di Zan, v'è di certo Ivana Spagna, chiamata a sostituire in fretta e furia la collega così poco attenta a rispettare la sensibilità del mondo di gay, lesbiche, bisessuali e transgender.

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Va ricordato poi che, sempre per combattere l'omofobia, Padova, due anni fa - quando Zan ancora ricopriva il ruolo di assessore all'Ambiente e al Lavoro - grazie ai propri amministratori era balzata agli onori delle cronache per essersi guadagnata l'invidiabile titolo di prima città «gay frendly» d'Italia. In che modo?

Appiccicando sulle vetrine e sulle porte d'ingresso degli esercizi commerciali interessati un adesivo identificativo, un simbolo che avrebbe rassicurato gli omosessuali che all'interno del locale non solo sarebbero stati i benvenuti, ma che titolari, camerieri, commesse e pure cassiere avrebbero avuto un occhio di riguardo nei loro confronti.

Un bel modo, non c'è che dire, quello pensato dall'amministrazione di Padova, per far sentire gay e lesbiche uguali a tutti gli altri. Con bollini, segni di riconoscimento, distintivi e, dopo il forfait della Oxa, pure con insulse polemiche da parte dell'ex assessore, oggi onorevole, Alessandro Zan.

 

 

 

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