#IORESTOACASA…CON L'ORCO - DIFFICILE DENUNCIARE UNA VIOLENZA DOMESTICA QUANDO TUTTI SONO OBBLIGATI A STARE SOTTO LO STESSO TETTO. E INFATTI IN QUESTI GIORNI SI SONO PRATICAMENTE AZZERATE LE SEGNALAZIONI ALLE FORZE DELL'ORDINE PER VIOLENZA, STALKING O MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA. COME SI FA AD APPLICARE UN DIVIETO DI DIMORA? NON SI PUÒ NEANCHE ARRESTARE VISTO IL SOVRAFFOLLAMENTO E LE RIVOLTE NELLE CARCERI. DA RICORDARE AI VIP CHE TWITTANO GIULIVI ''STATE A CASA, CHE CI VUOLE? BASTA ACCENDERE NETFLIX'' DAI LORO MEGA-APPARTAMENTI

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Vittoria Golinelli per www.leggo.it

 

Da quando è esplosa l'emergenza coronavirus, le denunce per codice rosso, ossia per violenza domestica, stalking o maltrattamenti in famiglia, arrivano con il contagocce nelle procure di mezza Italia. Difficile denunciare una violenza domestica quando tutti sono obbligati a stare sotto lo stesso tetto. A Milano i casi segnalati sono passati da 50 al giorno a sette o otto, ma sono tutti molto gravi. Stesso trend anche in procura a Lodi, da cui dipendono il territorio di Codogno e i primi Comuni lombardi ad essere diventati zona rossa. In flessione anche le denunce a Como e Lecco e nei centri più colpiti dal coronavirus. Firenze, Torino, Trieste, ad esempio. E lo stesso vale per Genova. Ma da quando l'intera Italia è diventata zona protetta, il crollo delle denunce si sta uniformando in tutto il territorio nazionale.

VIOLENZE DOMESTICHE VIOLENZE DOMESTICHE

 

«Negli ultimi giorni racconta il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - abbiamo registrato diversi casi con protagonisti che affrontano situazioni borderline dal punto di vista psichico e che vivono con forte tensione la convivenza forzata in famiglia». Ed è anche più complesso intervenire. «Applicare il divieto di dimora per l'aggressore in tempi di emergenza covid non è facile». Quanto agli arresti, visto il sovraffollamento delle carceri, in questi giorni vengono disposti solo «in casi estremi». «L'unica soluzione percorribile aggiunge Cozzi - resta l'intervento da parte dei servizi di salute mentale della Asl, ma non sempre è sufficiente».

 

 Senza contare che per le vittime, obbligate a una convivenza forzata con chi le maltratta, è più difficile e rischioso denunciare.

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Una riprova è il calo vertiginoso delle telefonate arrivate negli ultimi giorni al numero di emergenza 1522 istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri per le donne che hanno bisogno d'aiuto. Un servizio che ActionAid e la rete dei centri antiviolenza Di.Re chiedono di virare sui canali social e sul web. «Gli operatori che lavorano in prima linea su tutto il territorio nazionale racconta Isabella Orfano di ActionAid raccontano che stiamo assistendo all'effetto week end».

 

Quella particolare situazione che si verifica proprio nei fine settimana o durante le vacanze, quando un marito e padre violento ha più tempo per infierire sui propri cari, che non riescono nemmeno a denunciare. «Stando più a contatto con chi li maltratta aggiunge Orfano le donne non riescono a trovare un momento per telefonare e denunciare». E adesso, con l'obbligo di restare tutti a casa, il week end di botte e maltrattamenti rischia di durare per intere settimane intere.

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