GLI ITALIANI HANNO ALTRE BEGHE A CUI PENSARE – L'INCOGNITA DI QUESTA TORNATA ELETTORALE NON È IL RISULTATO DEL REFERENDUM, MA L’AFFLUENZA: IL PAESE È IN GRANDE SOFFERENZA PER L’EMERGENZA SANITARIA E LE CONSEGUENZE ECONOMICHE E GLI ITALIANI SE NE FREGANO DI METTERSI IN CODA PER VOTARE - IERI SONO SCATTATE LE PRIME DEFEZIONI AI SEGGI: A MILANO C’È STATA LA FUGA DEI PRESIDENTI E IL COMUNE HA DOVUTO LANCIARE UN APPELLO SOCIAL PER COPRIRE GLI 80 POSTI VACANTI - A FIRENZE UN TERZO DEI PRESIDENTI SI È DICHIARATO INDISPONIBILE E…

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Paolo Foschi per il "Corriere della Sera"

 

referendum taglio parlamentari referendum taglio parlamentari

La grande incognita della prima tornata elettorale ai tempi della pandemia è l'affluenza alle urne. Un inquietante prologo è andato in scena ieri, quando dal nord al sud è scattata la fuga dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Le defezioni in massa sono state attribuite alla paura del contagio. Subito è partita la ricerca di sostituti, il Comune di Milano ha lanciato un appello sui social per coprire i posti rimasti all'improvviso vacanti, oltre 80 tra i presidenti. E in poche ore sono state raccolte disponibilità superiori alle esigenze.

IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN

 

Si va comunque alle urne in un clima di incertezza: 46 milioni di italiani sono chiamati a pronunciarsi sul referendum sulla riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari (non è richiesto alcun quorum), ma si vota anche per rinnovare le cariche elettive in sette Regioni (Veneto, Toscana, Marche, Campania, Liguria, Puglia e Val d'Aosta) e in 962 Comuni (fra cui i capoluoghi regionali Trento, Venezia e Aosta). Nel gran calderone ci sono anche le suppletive i due collegi uninominali in Veneto e in Sardegna, per eleggere i sostituti di due senatori morti nei mesi scorsi, Vittoria Bogo Deledda (M5S) e Stefano Bertacco (FdI).

 

I seggi aprono alle 7 di oggi fino alle 23 e di nuovo domani, dalle 7 alle 15. Numerosi i temi politici in ballo: dalla tenuta del governo ai rapporti fra le sue anime litigiose; dalla rincorsa del centrodestra a Palazzo Chigi alla sfida fra gli alleati Lega e Fratelli d'Italia. Sul voto incombe il clima pesante del Paese ancora in grande sofferenza per l'emergenza sanitaria e per le conseguenze economiche. Ieri mattina, quando sono arrivati i primi dati sulle defezioni ai seggi, è scattato l'allarme rosso, si è temuto per il regolare svolgimento della tornata elettorale. In molte zone infatti le rinunce hanno sfiorato il 70% (a Bari per esempio).

 

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A Firenze un terzo dei presidenti si è dichiarato indisponibile, a Imperia oltre il 60 per cento. Anche il Comune di Genova, come quello di Milano si è affidato ai social per invitare i volontari farsi avanti. Intanto a Potenza una presidente di seggio è risultata positiva. Tutti i componenti della sezione sono stati sostituiti. In serata dal Viminale, quando sono stati raccolti i riscontri sull'insediamento dei seggi, trapelava un certo ottimismo, anche se - osservano dalla prefettura di Bari - «qualche disagio sarà inevitabile, la situazione è nuova per tutti».

 

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In molte città, oltre ai volontari della Protezione civile, sono stati allertati anche i dipendenti comunali, ma secondo gli ultimi dati emersi la situazione sembrerebbe sotto controllo, anche perché - spiega un dirigente della prefettura di Genova - «in questi mesi in tanti hanno perso il lavoro, il compenso previsto per chi lavorerà ai seggi è comunque una boccata d'ossigeno e in molti si sono fatti avanti».

 

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Resta però l'incognita della partecipazione degli elettori: quanti rinunceranno per paura del contagio? Dopo mesi di allarme e appelli a evitare le situazioni a rischio c'è il timore che soprattutto fra gli anziani e le persone fragili prevalga la voglia di restare a casa, anziché recarsi al seggio.

 

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