“IL 110 E LODE NON SERVE”, LA BATTAGLIA DEL GOVERNO GIALLOVERDE PER CANCELLARE I MERITI DEI NEOLAUREATI - DELL'ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DELLA LAUREA LA LEGA PARLA SIN DAI TEMPI IN CUI IL LEADER ERA BOSSI – E GRILLO LO INDICAVA FIN DAL 2009 TRA LE PRIORITA? DEL M5S

-

Condividi questo articolo


Barbara Acquaviti per www.ilmessaggero.it

 

aula studenti aula studenti

Per la maggioranza di governo è una battaglia storica. Dell'abolizione del valore legale della laurea la Lega parla sin dai tempi in cui il leader era Umberto Bossi. E anche per il Movimento 5 Stelle la linea è stata indicata con chiarezza da Beppe Grillo.

 

Il leader pentastellato, in un intervento al teatro Smeraldo di Milano del 4 ottobre 2009, parlando dei programmi da attuare elencava proprio questa tra le priorità. E, infatti, arringando la sua platea, dichiarava: «Abolizione del valore legale dei titoli di studio: qui non sarete d'accordo, però secondo me poi ne potremo discutere».

 

UN TEMA CONTROVERSO

grillo grillo

Il tema d'altra parte è controverso, almeno quanto è carsico e infatti rispunta ciclicamente. Questa maggioranza però lo ha nel dna. La dimostrazione sta in una proposta di legge presentata alla Camera dal M5s. Il 31 luglio, a governo giallo-verde già in carica, la deputata pentastellata Maria Pallini ha infatti depositato una proposta di legge che prevede «il divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici». Nè si tratta di una novità per il M5s, tanto che nella scorsa legislatura Carlo Sibilia, attuale sottosegretario al ministero dell'Interno, aveva presentato una proposta con analogo titolo.

 

salvini bossi pontida salvini bossi pontida

«Se nel post dopoguerra e negli anni del benessere economico non si riscontravano un numero così elevato di laureati e una così alta percentuale di disoccupati e inoccupati, soprattutto tra i giovani, il predetto sistema di accesso ai concorsi pubblici - spiegava l'allora deputato semplice Sibilia - poteva, anche se discriminatorio, risultare valido». A giudizio del M5s, tuttavia, «oggi il Paese e soprattutto i giovani necessitano di una riforma che garantisca la possibilità di accedere ai pochissimi e sempre più rari concorsi pubblici senza alcuna discriminazione di sorta».

 

Ecco perché «in un momento storico così cruciale per l'occupazione, specialmente giovanile, si ritiene indispensabile concedere a tutti i cittadini aventi diritto per legge di partecipare ai concorsi pubblici senza inserire nei bandi di concorso la limitazione del voto di laurea che oggi, in alcuni di essi, risulta determinante ai fini della partecipazione ma non necessariamente garantisce un'effettiva preparazione e conoscenza».

 

LAUREA LAUREA

Nella sua proposta di legge, sovrapponibile a quella presentata in un questa legislatura, Sibilia spiega anche che l'obiettivo non è «modificare o in alcun modo ledere il principio di meritocrazia» né quello di consentire «l'accesso nella pubblica amministrazione a personale inadeguato e carente di competenze, ma semplicemente rispecchiare in pieno i princìpi costituzionali di uguaglianza e di libertà». Insomma, per i pentastellati «la previsione del requisito minimo del voto di laurea in bandi di concorso pubblico deve essere vietata perché tale limitazione tende ad escludere a priori e senza alcuna reale motivazione una parte degli aventi diritto».

 

SENSIBILITÀ STORICA

Nel contratto di governo gialloverde non c'è alcun accenno a questa materia. La sensibilità leghista in materia è però storica. Nel 2013 il deputato Paolo Grimoldi presentò una proposta di legge che chiedeva l'abolizione tout court del valore legale dei titoli di studio. La ratio era quella di «raggiungere l'obiettivo di eliminare quel meccanismo un po' perverso che non premia i meritevoli, bensì coloro che sono stati favoriti in virtù di votazioni più alte, ottenute in istituti scolastici e università meno scrupolosi a valutare l'effettiva preparazione degli allievi».

 

Laurea Laurea

Che cosa intendesse per università «meno scrupolose» è chiarito in una pagina del sito della Lega tuttora leggibile, nella sezione Welfare. Sebbene si tratti di parole che forse la nuova Lega nazionale di Salvini farebbe fatica a sottoscrivere, ciò che è messo nero su bianco non lascia adito ad equivoci: «Oggi una laurea presa in una qualsiasi Università italiana ha lo stesso identico valore, ma sappiamo bene che diversi Atenei, soprattutto meridionali, offrono un servizio nettamente inferiore alla media. Questo squilibrio provoca la mancanza di concorrenza tra Atenei, ma soprattutto si ripercuote sul meccanismo dei concorsi pubblici che penalizza sistematicamente chi proviene dalle Università del Nord».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...