“CI SOTTOPONGONO A TORTURE E SEVIZIE SESSUALI” - PARLANO I SOPRAVVISSUTI UCRAINI RIUSCITI A SCAPPARE CON LE LORO FAMIGLIE ATTRAVERSO IL “CORRIDOIO VERDE” DI KHARKIV: “CHI SI RIFIUTA DI COMBATTERE CON LORO VIENE TORTURATO CON SCARICHE ELETTRICHE SUI GENITALI. CI ODIANO, DICONO CHE SIAMO GAY DEPRAVATI SCHIAVI DEGLI EUROPEI.  LE DONNE CHE VOGLIONO PARTIRE DEVONO LASCIARE I FIGLI NATI DOPO L’INVASIONE: PER LORO SONO RUSSI…”

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Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

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«Le autorità d’occupazione russe torturano in modo metodico gli uomini che rifiutano di fare il servizio militare. E per tanti sono sevizie sessuali continue, con scariche elettriche ai genitali e ogni tipo di violenza immaginabile. Una politica del disprezzo e dell’umiliazione di massa per imporre i loro piani di annichilimento della nostra identità nazionale», denunciano gli ucraini che riescono a uscire dai territori occupati e tornare nel loro Paese. […]

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negli ultimi mesi si è aperto a intermittenza un nuovo «corridoio verde» di gente che riesce a evacuare dal Donbass, Mariupol e dalle altre regioni occupate nel sud, entra in Russia vicino a Rostov, si sposta verso Belgorod, attraversa a piedi e sotto la minaccia degli spari per oltre 3 chilometri la «terra di nessuno» del confine tra il villaggio russo di Kolotilovka e quello ucraino di Pokrovka, per raggiungere la città di Sumy sulla via di Kharkiv.

 

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«Parliamo di una media di 100 persone al giorno quando è possibile passare, per lo più anziani e donne. Però, tra le interruzioni per la guerra e gli alt improvvisi imposti dalle autorità russe, raramente superano i 1.000 al mese. […]. Sappiamo che vorrebbero venire in decine di migliaia, ma scoraggia l’arbitrarietà degli ufficiali russi. In media da quando lasciano le loro case all’arrivo da noi impiegano tra i 5 e 10 giorni, per un viaggio che in tempi normali prenderebbe ben meno di 24 ore.

 

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L’ultimo posto di blocco prima della frontiera è controllato dagli agenti del famigerato Fsb (il servizio segreto russo ndr ) e loro hanno l’autorità di fermare e arrestare chiunque al “filtration center”, come in effetti avviene regolarmente tutti i giorni: i desaparecidos abbondano», denuncia la 34enne Irina Dudkina, che ha l’incarico di accoglierli alla fine di quella che qui chiamano «la marcia della paura».

 

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Uno dei motivi di rinuncia per le famiglie con neonati è che Mosca considera russi i bambini nati sotto occupazione[…]

Per gli uomini sopra i 18 anni il motivo più frequente che induce a partire è la lettera di precetto. «[…] Avrei dovuto andare a combattere contro i miei compatrioti ucraini. In caso contrario, sarei stato arrestato come disertore», dice il 30enne Artiom, appena arrivato a Kharkiv con la moglie 29enne Anastasia e i loro quattro bambini di età compresa tra 4 e 11 anni.

 

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«I russi erano arrivati al nostro villaggio di Starobelsk il primo marzo 2022. All’inizio ci hanno ignorato, credevano di vincere facile. Poi la situazione è cambiata gradualmente, sono iniziate le perquisizioni e le minacce, specie da parte dei soldati ceceni e dei volontari filorussi locali. Gente violenta, che entra in casa e ruba a piacimento, specie se capisce che non hai il passaporto russo […]», aggiunge Artiom.

 

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Per Anastasia il problema è cresciuto quando la sanità locale ha rifiutato qualsiasi assistenza medica ai figli, se non con la promessa che sarebbero diventati cittadini russi entro la fine dell’anno.

 

Ma la storia più drammatica la raccontano la 39enne Irina Golovko e il marito Grigori di 40 anni, appena arrivati con i due figli di 3 e 6 anni. […]Lui è stato in carcere per 7 mesi. «Gli aguzzini torturano con l’elettricità. Lo fanno su tutto il corpo degli uomini, specie ai genitali. A giovani e vecchi, più volte al giorno. Ci odiano, dicono che siamo gay depravati schiavi degli europei. L’unico modo per essere libero è stato accettare di farmi riprendere in un video dove denuncio il nazismo ucraino», dice lui. […]

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