Andrea Joly per “La Stampa”
Dottor Cat Berro, una morte causata da un fulmine si può evitare?
«In Italia muoiono 10-15 persone l'anno di media uccise da un fulmine. È un episodio difficile da prevenire, subdolo, e non sempre avviene sotto una nube temporalesca: basti pensare che a volte un fulmine può cadere lateralmente anche a distanza di diversi chilometri dalla nube, in modo che quasi non ci accorgiamo del pericolo, mentre sopra di noi c'è il sole. Certo oggi abbiamo degli strumenti, come le previsioni meteo. Se sono previsti temporali, meglio stare lontani dai luoghi in cui si è più esposti».
Quali sono i luoghi più pericolosi?
«Tutti i luoghi aperti. Nel caso della montagna non tanto le Alpi interne, come Aosta o Bolzano, quanto sulla fascia prealpina, nelle zone che si affacciano alla Val Padana: Varese, Como, le prealpi venete e friulane. Lì dove i temporali più frequenti. Ma si è in pericolo anche in acqua, mare, lago o fiume che sia, e in aperta campagna».
Dove ci si mette al riparo?
«La prima accortezza, che appare banale, è quella di cercare immediatamente riparo in un edificio: è molto più difficile essere colpiti da un fulmine al suo interno. Vanno bene anche anfratti della montagna, preferibilmente senza appoggiarsi alla roccia del fondo e nemmeno restare in corrispondenza dell'apertura, che può essere un luogo di passaggio preferenziale della scarica.
Il luogo più sicuro in cui possiamo trovarci durante un temporale è la macchina. La sua struttura metallica costituisce una Gabbia di Faraday che ci protegge. Un'altra cosa da fare è abbandonare subito i luoghi più elevati, come creste, vette. La forma appuntita del territorio, prominente, può facilitare l'innesco di un fulmine. Più ancora del materiale, che è più un luogo comune: non è detto che il metallo attiri di più di altro».
In caso in cui non ci siano le condizioni per ripararsi?
«L'importante è evitare gli alberi, per il motivo di prima, soprattutto se isolati. Se proprio il temporale ci sorprende in una zona aperta, senza alcun rifugio, si può accucciarsi in posizione "a uovo" con i piedi uniti. Serve a evitare quella che è chiamata la "corrente di passo": anche se noi non veniamo direttamente colpiti dalla scarica, può capitare che il fulmine caduto a breve distanza sviluppi un gradiente di potenziale elettrico lungo il terreno. Se noi siamo a piedi divaricati, toccando il suolo in due punti distanti tra loro facciamo da "arco", dove si sviluppa una differenza di potenziale che fa sì che la scarica elettrica passi attraverso il nostro corpo. Questa scarica può essere letale, capita spesso agli animali quadrupedi che vengono falcidiati dai fulmini».
Cosa fare del cellulare?
«I vecchi telefoni in casa erano pericolosi, quelli col filo dove poteva correre la scarica. Gli smartphone non rappresentano un pericolo significativo».
Quali sono i periodi peggiori per essere colpiti?
«Al Nord l'estate, e coincide con uno dei momenti di massima frequentazione della montagna. Nell'arco della giornata è peggio al pomeriggio: meglio partire presto al mattino in modo da essere di rientro a inizio-metà pomeriggio. Nella fascia mediterranea i temporali sono invece frequenti anche in autunno e d'inverno».
Quanto incide il cambiamento climatico?
«Difficile dirlo, ma di certo sappiamo che un'atmosfera e il mare più caldi, e quindi più energetici, forniscono più energia e vapore acqueo e fanno sì che i temporali siano più intensi. Di conseguenza anche i fulmini sono più frequenti. Indirettamente il riscaldamento globale può generare un aumento della densità delle scariche e della loro fatalità»
scarica di fulmini su new york 7 fulmine tra fiume catatumbo e lago maracaibo Fulmini sul Cristo Redentore Fulmine su Cristo Redentore a Rio tempesta di fulmini 2