Andrea Priante per il "Corriere della Sera"
la villa di fernando rene caovilla a stra.
«Abbiamo avuto paura, è ovvio. La situazione non era facile, con quei due uomini armati che ci tenevano sotto tiro. E così, ho fatto quello che faccio tutti i giorni: ho mantenuto la calma e parlato con loro, fino a trovare un punto d'incontro...».
Stringere accordi è ciò che riesce meglio a Fernando Renè Caovilla, 83 anni, il re delle scarpe di lusso. È sempre stato così. «Lo faccio da tutta la vita, nel mondo degli affari», riflette. E l'ha fatto anche con i banditi che la scorsa settimana hanno assaltato la sua villa alle porte di Stra, in provincia di Venezia, minacciando la sua famiglia e fuggendo con un bottino che - stando alle indiscrezioni - ammonterebbe a decine di migliaia di euro tra denaro, orologi e gioielli.
Andiamo con ordine. Era il 2 dicembre...
«In quel momento in casa eravamo presenti solo io, mia moglie Paola e due domestici. Era l'ora di cena. Spesso verso sera riceviamo degli ospiti e quindi è l'unico momento della giornata in cui stacchiamo i quattro allarmi attivi all'esterno.
Mi pare evidente che i banditi ci tenessero d'occhio o che sapessero il momento esatto in cui entrare in azione: hanno fiutato l'occasione e l'hanno subito colta. La telecamera di sorveglianza li ha ripresi mentre scavalcavano il muro di cinta, poi sono entrati in casa».
Quanti erano?
«Due, armati e con il volto coperto dal passamontagna. Parlavano italiano ma con un accento straniero, mi sono fatto l'idea che fossero albanesi ma potrei sbagliarmi».
Vi hanno minacciati?
«Ci hanno puntato le armi alla tempia e hanno gettato mia moglie a terra. Però è stato meno brutale di quel che si può immaginare...».
Puntavano alla cassaforte?
«Puntavano a tutto. La cassaforte era aperta, invece avevo qualcosa in giro per la casa e l'ho consegnato, perché qualcosa bisogna pur dare a questa gente».
La trattativa con i banditi è iniziata così...
«Sono abituato ad affrontare le situazioni con equilibrio, perché se si perde il controllo poi si scatena il panico. E quindi ho spiegato loro che avremmo portato avanti questa cosa insieme, ma senza farci del male.
Ho detto: "Io sono qui, però cercate anche voi di moderare le richieste". Con questo tono sono riuscito a portare avanti un dialogo. Mi è venuto spontaneo, come se parlassi con un cliente».
Quanto è durata la rapina?
«Sono rimasti all'incirca tre quarti d'ora. Nel frattempo uno teneva sotto controllo mia moglie mentre io giravo per la casa col secondo uomo. Quando hanno avuto quel che volevano, è finita: se ne sono andati e ho dato l'allarme. Ora indaga la squadra mobile di Venezia. Ci sono anche le riprese della telecamera di sorveglianza, spero siano utili».
la villa di fernando rene caovilla a stra
Nelle ultime settimane, in Veneto, è l'ennesima rapina nelle ville dei vip. È toccato al petroliere Giancarlo Miotto, sequestrato con moglie, figlia e due inservienti; poi quella (fallita) a Nicola Giol, rampollo della famiglia veneziana che per anni ha guidato il gruppo dei supermercati Pam; e i banditi sono penetrati anche in una delle residenze dei Von Furstenberg, la dinastia veneziana proprietaria di Banca Ifis. Ora nel mirino c'è finito lei...
«Non mi era mai capitato nulla del genere. I sindaci chiedono rinforzi per le forze dell'ordine, in modo da aumentare i controlli nelle strade. Non posso che unirmi al loro appello».
E adesso che farà?
«In fondo ho solo tenuto l'allarme disattivato durante l'orario di cena: ciò che è accaduto dimostra che non possiamo più permetterci neppure questo. Starò più attento. Per prima cosa ho assunto una guardia fissa, con il compito di sorvegliare la casa. Spero sia sufficiente a fare in modo che non ricapiti più».