Estratto dell’articolo di Luca Pernice per il “Corriere della Sera”
taulant malaj con la moglie tefta e la figlia gessica
Fa il panettiere, non ha un passato criminale e posta foto con il suo bambino di 5 anni che di lui scrive: «Ti voglio bene papà, il mio cuore batte per te». L’altra notte Taulant Malaj, albanese di 45 anni da tempo in Italia, è diventato uno spietato assassino. Con un coltello a serramanico si è scagliato su Massimo De Santis, un barista che secondo Malaj aveva una relazione con sua moglie Tefta, uccidendolo con venti fendenti nell’androne del loro palazzo, a Torremaggiore, provincia di Foggia.
Poi, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, è salito in casa e ha cercato di fare altrettanto con Tefta, connazionale, ma fra lui e lei si è frapposta la figlia sedicenne Gessica che ha tentato di difendere la madre. Nessuna pietà: ha sferrato un paio di colpi anche sulla ragazza che è caduta a terra e lì è rimasta, esanime.
la scena del crimine di torremaggiore (foggia)
Infine, dopo aver colpito la moglie, finita pure lei a terra, si è messo a cercare il suo bambino che nel frattempo si era nascosto da qualche parte. E mentre cercava il piccolo girava pure un video del massacro, inviandolo a un amico albanese residente al Nord, dove si presenta con nome e cognome: «Vedete questo qua, lui è l’italiano», dice agitato inquadrando De Santis che giace sul pianerottolo in un lago di sangue.
«Ho perdonato già una volta mia moglie, lui è il secondo», aggiunge con rabbia. «Ho tagliato lui, li ho ammazzati tutti e tre, anche mia figlia, vedete qui», riprende con il telefonino la moglie che si stende accanto al corpo della figlia morente. «Dov’è il bambino?», si domanda. «Non ho finito ancora, non è venuto nessuno, nemmeno la polizia».
Nel frattempo la moglie aveva dato l’allarme e di lì a poco sono arrivati i carabinieri. L’hanno trovato appena dentro lo stabile con le mani insanguinate. Immobilizzato, è stato portato in caserma e interrogato. E mentre lui raccontava la sua follia, la moglie, 39 anni, casalinga, ferita e sotto choc, veniva assistita in ospedale, e il bimbo, uscito dal nascondiglio, affidato agli zii paterni. Nel palazzo teatro della tragedia rimanevano il corpo senza vita di De Santis, titolare di un paio di bar nella cittadina, cognato della senatrice del M5S Gisella Naturale, e quello della povera Gessica.
Di lei, di questa ragazza di 16 anni, parlano i compagni di scuola. «Educata, studiosa, molto legata alla madre e al fratellino, non mi sorprende che abbia tentato di difenderla», la ricorda Marika che frequenta lo stesso liceo classico, il «Fiani-Leccisotti» di Torremaggiore. «La conoscevo dalle elementari, eravamo in classe insieme, non parlava spesso di fatti personali...». […]
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