Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Lucia Bisceglia, presidente dell'Associazione italiana di epidemiologia (Aie), come interpreta gli ultimi dati di monitoraggio?
«La situazione è chiara: in tutto il Paese si registra in modo consistente la riduzione di contagi, ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti di medicina. Gli indicatori di replicazione virale sono al di sotto dell'unità, significa che non ci aspettiamo una progressione dei casi perché la trasmissibilità in questa fase è contenuta».
Il pericolo è passato?
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
«L'elevato livello di copertura vaccinale, che speriamo di consolidare nei prossimi giorni, dovrebbe darci tranquillità. Il calo è dovuto alle vaccinazioni, arma fondamentale. Di certo sappiamo che nel 2020, in corrispondenza della riapertura della scuola e del ritorno in ambienti chiusi, la curva ha ripreso a crescere.
Stiamo andando incontro a un periodo nel quale si determinano circostanze che facilitano i contatti fra persone in ambienti ristretti. Il virus approfitta di queste situazioni per provare a riprendere spazio. Non dobbiamo consentirlo».
L'evoluzione dell'epidemia nei prossimi mesi dipende tutta dal vaccino?
«No, questo è il momento in cui nonostante i buoni numeri ciascuno di noi deve mantenere alta l'attenzione».
Come mai altri Paesi con una copertura vaccinale paragonabile alla nostra hanno adottato politiche più aperturiste?
«Le parlo della Danimarca, che conosco bene. Il governo già più di una settimana fa ha abolito tutte le restrizioni, decidendo di tornare alla normalità. Adesso però si comincia a osservare un incremento limitato dei contagi, non paragonabile a quello di Israele (dove dopo l'avvio della campagna della terza dose la curva è di nuovo crollata) e del Regno Unito dove si è avuto un incremento importante di casi all'inizio dell'estate. Attualmente la curva sta risalendo lentamente pur senza i picchi di luglio».
Insomma l'erba del vicino non sempre è più verde?
coronavirus ospedale civico di palermo 1
«Fare il confronto con l'estero è difficile perché nei diversi Paesi sono presenti una serie di variabili nell'introduzione delle misure che rendono difficile la comparazione. Occorre fare ricorso a tutte le evidenze scientifiche disponibili per utilizzare gli strumenti più efficaci, vaccino e mascherine».
Analizziamo l'andamento delle vaccinazioni.
«Molto positiva l'adesione dei più giovani. Il loro contributo è decisivo per ridurre la circolazione virale nella comunità».
E quei 3 milioni di over 50 ancora renitenti?
«Ora dobbiamo dedicarci agli esitanti, a tutte quelle persone che non sono contrarie ideologicamente alla profilassi anti Covid ma nutrono preconcetti errati o hanno paura.
Sono convinta che ci sia spazio per provare a cercare un confronto con loro. La loro adesione resta fondamentale per raggiungere l'obiettivo della vaccinazione di massa, eliminando le aree grigie. Bisogna studiare nuove modalità di comunicazione per portarli dalla nostra parte. La sanità pubblica ha compiuto un grande sforzo con ottimi risultati, sforziamoci un altro po'...».