“NON MI PAGAVA DA MESI. QUANDO PERDEVA LE STAFFE ALZAVA ANCHE LE MANI” - L’EX COLF RACCONTA IL PERIODO “DA INCUBO” NELLA CASA ROMANA DEL FIGLIO DI GIGI D'ALESSIO - "HA PROVATO A LANCIARMI UNA SEDIA. POI MI HA SBATTUTO CONTRO IL MURO. MI HA DETTO CHE SE LO AVESSI DENUNCIATO AVREBBE CHIESTO AIUTO ALLA MALAVITA E FATTO UCCIDERE MIO FIGLIO..." - AL PROCESSO SARA' ASCOLTATA ANCHE LA EX DI D'ALESSIO JR NICOLE MINETTI...

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Adelaide Pierucci per "www.ilmessaggero.it"

 

claudio d'alessio e nicole minetti claudio d'alessio e nicole minetti

D'Alessio jr, accuse dalla ex colf: sarà ascoltata anche Nicole Minetti. Niente stipendio e, all'occorrenza, spintoni e strattonamenti. L'ex domestica del figlio di Gigi D'Alessio ieri ha raccontato in aula, a piazzale Clodio, la sua verità sul periodo «da incubo» trascorso al servizio nella casa romana di Claudio D'Alessio, da lei portato poi a processo per lesioni e violenza privata. 

 

«Non mi pagava da mesi», ha raccontato la donna, Halina, una quarantenne ucraina. «E quando perdeva le staffe alzava anche le mani. Non ce la facevo più». «In più di una occasione mi ha detto che se lo avessi denunciato avrebbe chiesto aiuto alla malavita e fatto uccidere mio figlio», ha aggiunto pure la donna, ancora molto provata.

 

claudio d'alessio e nicole minetti claudio d'alessio e nicole minetti

Nella prossima udienza in aula saranno ascoltati lo stesso imputato, Claudio D'Alessio, e l'allora convivente, Nicole Minetti, già consigliere regionale della Lombardia ed ex igienista dentale vicina a Silvio Berlusconi.

 

I fatti al vaglio del giudice risalgono a novembre 2014. Dopo un bisticcio in piena notte con la compagna, Claudio D'Alessio secondo la ricostruzione del pm Mario Dovinola avrebbe maltrattato la domestica che lo aveva invitato ad abbassare i toni. Per poi sbatterla fuori casa in pigiama e ciabatte.

claudio d'alessio 2 claudio d'alessio 2

 

«Ha provato a lanciarmi una sedia», aveva scritto nella denuncia. «Poi mi ha strattonato e sbattuto contro il muro, buttandomi la valigia fuori casa. Solo perché gli avevo chiesto l'ultimo stipendio. Non mi pagava e maltrattava». La donna, era stata soccorsa da un precedente datore di lavoro, che ieri ha testimoniato in aula.

 

Subito medicata in pronto soccorso aveva avuto una prima una prognosi di tre giorni, divenuti 23 per gli stati d'ansia. Assistita dall'avvocato Francesco Di Ciollo ora è parte civile nel processo.

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Nella denuncia aveva specificato di essere stata costretta pure a lavorare in nero, a stare a disposizione sempre, a dormire in una mansarda senza armadio e senza porta e ad attenersi pure al divieto di consumare pasti in casa.

 

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«Mi ha denunciato per i soldi», si è sempre difeso D'Alessio Junior, «mai sfiorata con un dito». Intanto ha perso la causa di lavoro. A breve la sentenza sulle botte. A prova dei strattonamenti subiti agli atti sono finite le foto dei lividi.

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