“LA PANDEMIA DURERÀ ALTRI 18-24 MESI - LO STUDIO DI UN TEAM DI SCIENZIATI AMERICANI TRACCIA SCENARI DRAMMATICI: “PERCHÉ LA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS SI INTERROMPA, È NECESSARIO CHE IL 60-70% DELLA POPOLAZIONE DIVENTI IMMUNE, COSÌ DA SVILUPPARE L'IMMUNITÀ DI GREGGE” - LA RICERCA PREVEDE TRE SCENARI: NEL PRIMO CASO, LA PRIMA ONDATA DI INFEZIONI, SARÀ SEGUITA DA UNA SERIE DI PICCHI CHE SI VERIFICHERANNO IN ESTATE E NEI MESI INVERNALI FINO A RIDURSI ENTRO LA FINE DEL 2021. NEL SECONDO E TERZO…

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Federico Garau per www.ilgiornale.it

 

STUDIO SULLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS STUDIO SULLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS

Non ci libereremo molto presto del Coronavirus e la pandemia durerà ancora per molti mesi: questo il risultato dello studio eseguito dal “Center for Infectious Disease Research and Policy” (Cidrap) dell’Università del Minnesota. In un articolo pubblicato con il nome di "Covid-19: The Cidrap Viewpoint" , il team di esperti spiega che la malattia continuerà probabilmente a diffondersi nel mondo per altri 18-24 mesi, fino a quando almeno il 60-70% della popolazione umana non sarà venuta a contattato con il virus.

 

Uno scenario poco incoraggiante, dovuto al fatto che sino ad oggi, malgrado l'elevato numero di soggetti ammalati, siano ancora poche le persone infette (negli Stati Uniti, secondo la ricerca, solo il 5-15%). “Il virus ha colto di sorpresa la comunità globale e il suo corso è ancora altamente imprevedibile. Non c'è una sfera di cristallo che possa dirci cosa riserva il futuro e quale sarà la 'fine del gioco' per arrivare a controllare questa pandemia", si legge nel rapporto pubblicato da Cidrap.

 

PANDEMIA PANDEMIA

“L'epidemiologia di altri Coronavirus gravi (Sars-CoV-1, il virus che causa la sindrome respiratoria acuta grave e la sindrome respiratoria del Medio Oriente, Mers) è sostanzialmente diversa da quella della Sars-CoV-2. Pertanto, questi agenti patogeni non forniscono modelli utili per prevedere cosa aspettarsi da questa pandemia. In alternativa, il nostro miglior modello comparativo è l'influenza pandemica”, spiegano gli scienziati.

 

“Anche se il Coronavirus è molto diverso dal virus dell'influenza, i due hanno anche degli importanti punti in comune. Prima di tutto, entrambi sono patogeni che attaccano una popolazione che nei loro confronti ha poca o addirittura nessuna immunità. Inoltre, sia il Covid-19 che l'influenza vengono facilmente trasmessi dagli asintomatici ed hanno la capacità di diffondersi molto velocemente”, prosegue lo studio.

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Grazie all'analisi delle pandemie del passato, il team di scienziati è arrivato quindi alla conclusione che la pandemia da Sars-Cov-2 proseguirà per almeno altri 18-24 mesi. Perché la circolazione del virus si interrompa, è necessario che il 60-70% della popolazione diventi immune, così da sviluppare l'immunità di gregge. Ad oggi, tuttavia, non si hanno ancora dati certi circa l'efficacia dell'immunità sviluppata dopo aver contratto il Coronavirus. Un fondamentale aiuto, proseguono gli esperti, sarà senza dubbio fornito dal vaccino, che tuttavia non è ancora disponibile.

 

In base alle loro ricerche, gli scienziati del Cidrap prevedono tre scenari possibili per il futuro. Nel primo caso, la prima ondata di infezioni (quella che stiamo affrontando adesso), sarà seguita da una serie di picchi che si verificheranno in estate e nei mesi invernali fino a ridursi entro la fine del 2021. Nel secondo scenario, invece, la pandemia da Coronavirus avrà un prosieguo simile a quello della “Spagnola”: ci sarà, dunque, una seconda devastante ondata di contagi in autunno ed in inverno, fino al termine del 2021. In questo caso saranno necessarie nuove misure di quarantena: si tratta della peggiore delle ipotesi. Nel terzo scenario, invece, il virus continuerà a diffondersi con una "lenta combustione". Non ci saranno ondate precise, e si avranno zone meno colpite rispetto ad altre. Ci saranno nuovi malati, ed in alcuni paesi sarà necessario ripristinare le misure di lockdown.

PANDEMIA DI CORONAVIRUS PANDEMIA DI CORONAVIRUS

 

Intervistato dalla “Cnn”, il direttore del Cidrap Mike Osterholm ha dichiarato: “Questa cosa non si fermerà finché non infetta il 60-70 % della popolazione. L'idea che finirà presto sfida la microbiologia”.

 

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