Da www.repubblica.it
"Passo il fine settimana fuori con gli amici". Siamo a Pulsnitz, cittadina della Sassonia, colline verde scuro e il fiume che lambisce il campanile della chiesa. È un venerdì pomeriggio come tutti, 1 luglio di un anno fa. Linda Wenzel, studentessa di 15 anni, infila jeans e t-shirt, saluta mamma Katharina, esce di casa e scompare. Riemerge dal nulla lo scorso giovedì 13 luglio. La teenager tedesca figlia di una famiglia qualunque si è trasformata in una quasi irriconoscibile aspirante kamikaze dell'Isis. Ora siamo in un bunker sotterraneo scavato sotto la città vecchia di Mosul, l'antica Ninive degli assiri.
L'esercito iracheno ha appena riconquistato la città devastata dai terroristi dello Stato islamico. In un nascondiglio le truppe catturano una ventina di donne, mogli e vedove del califfato. Una di queste colpisce i militari: è giovanissima, occhi chiari e tristi, capelli lunghi color cenere. Quasi rifiuta di parlare. Indossa una sudicia tunica nera, da sotto sbuca una camicetta azzurra, il capo è coperto da un foulard a scacchi bianchi e neri. Dichiara di chiamarsi Meriem e viene scambiata per russa. Vicino a lei ci sono armi e cinture esplosive.
La sorpresa, dopo il primo interrogatorio, è grande: la foreign fighter russa Meriem è in realtà la studentessa sassone Linda, sposata e già vedova di guerra del miliziano ceceno che l'estate di un anno fa l'ha convinta a lasciare la patria e la vita che faceva con i compagni di scuola. La madre, sconvolta, la riconosce dalle immagini passate alla procura di Dresda dai diplomatici tedeschi a Baghdad. Non si era mai spiegata il mistero della figlia, improvvisamente taciturna e con la testa via.
A spiegarglielo è l'intelligence tedesca, che da tempo segue Linda sul web. Fine primavera 2016: la ragazzina di Pulsnitz viene agganciata sui social da un giovane caucasico, si innamora online e nel nome del cuore si radicalizza. Si converte all'islam, durante il ramadam dice si essere a dieta, abbraccia Daesh, acronimo dell'Isis, e arriva a progettare un attentato in Germania.
I servizi di Berlino sono pronti a fermarla, ma Linda "esce con gli amici" e sparisce. Le indagini si fermano. Il suo viaggio viene ricostruito dal procuratore di Dresda Lorenz Haase. Per espatriare, da minorenne, falsifica una procura dei genitori. Raggiunge Francoforte e da qui vola a Istanbul. Incontra il ragazzo ceceno che su Internet l'ha fatta sognare, da Linda si trasforma in Meriem e assieme raggiungono la Siria, destinazione Raqqa. La meta finale è l'Iraq, la missione combattere la loro "guerra santa". Un filmato fissa l'immagine della coppia che transita per Idlib, sotto controllo di altri gruppi jihadisti.
Da allora il nulla arriva fino al bunker di Mosul, la città martire caduta dopo un assedio di dieci mesi. Assieme a Linda l'esercito cattura una ventina di donne barricate, accusate di essere le miliziane straniere del terrorismo islamista. Ora sono in carcere, vicino all'aeroporto di Baghdad: altre cinque tedesche, tre russe, tre turche, due canadesi, oltre a marocchine, libiche e siriane. Una è stata presa con tre figli piccoli. L'accusa è "terrorismo", rischiano la pena di morte. Per le autorità di Mosul, Linda, perso il marito, è stata arruolata nella polizia femminile dell'Isis, la famigerata brigata "Al Khansaa" addetta alle prigioniere, spesso torturate a morte.
Un destino segnato, quello delle vedove: dopo si passa alla propaganda, poi allo spionaggio, infine agli attacchi kamikaze. La Germania torna a interrogarsi sulle ragioni che spingono migliaia di giovani europei ad abbracciare l'Isis, cercando il martirio. Un esercito impressionante: oltre 27 mila combattenti occidentali, almeno 930 quelli tedeschi, un centinaio le ragazze germaniche, circa 40 minorenni, molte considerate morte. Gli occhi della vedova Meriem, catturata e costretta a ritornare la teenager Linda, in attesa di una sentenza che la può uccidere parlano anche se lei tace. Sono soli, la fiducia è spenta, non si posano più sull'Europa, sulla Sassonia. Anche la casa di Pulsnitz, i suoi amici, ormai sono in un incomprensibile altro mondo.