“L’HO COLPITO A MANI NUDE. PERÒ SONO STATO MINACCIATO” - CONFESSA IL 13ENNE ROM CHE, A LANCIATO, HA MANDATO IN COMA GIUSEPPE PIO D'ASTOLFO CON UN PUGNO - LA MADRE LO HA CONVINTO A PRESENTARSI DAI CARABINIERI: "SE È COLPEVOLE DOVRÀ PAGARE” - AL CENTRO DI TUTTO LA RAGAZZA DI 16 ANNI CHE ERA CON GIUSEPPE: "GLI HA DETTO CHE IL MIO GRUPPO VOLEVA PICCHIARLI. LUI SI È AVVICINATO E MI HA DETTO ‘NON FAI PAURA A NESSUNO’. POI..."

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Walter Berghella Giovanni Sgardi per “il Messaggero”

giuseppe pio d astolfo giuseppe pio d astolfo

 

Colpevole sì, ma dietro c' è dell' altro. Forse. Il baby rom (13 anni) ammette di aver sferrato il pugno che ha mandato in coma Giuseppe Pio D' Astolfo, sabato sera a Lanciano, ma racconta una storia a difesa di se stesso e del branco messi alle corde dai carabinieri: «È vero, ho colpito io Giuseppe, a mani nude. Lui è caduto a terra. Però sono stato provocato. Anzi, minacciato».

 

Al centro di tutto la ragazza di 16 anni che era con Giuseppe e con l' amico dominicano di 25 anni. «Erano visibilmente alterati per l' assunzione di bevande - ha proseguito il 13enne -. La minore, che conosco, ha detto loro che il mio gruppo voleva picchiarli. Non era vero. Io ero con i miei due cugini che non c' entrano nulla e altri ragazzi. Non bevo e non fumo e sono pronto a sottopormi ad esami tossicologici».

la mamma di giuseppe pio d astolfo la mamma di giuseppe pio d astolfo

 

Il tredicenne rom, indagato per lesioni gravi anche se non sarà imputabile, è stato sentito dai carabinieri di Lanciano. Si è presentato spontaneamente, accompagnato dal difensore Vincenzo Menicucci, dopo aver raccontato tutto alla madre. È stata lei a convincerlo ad andare subito in caserma.

giuseppe pio d astolfo giuseppe pio d astolfo

 

Dopo la testimonianza il procuratore capo di Lanciano Mirvana Di Serio ha disposto perquisizioni domiciliari durante le quali sono stati sequestrati i telefonini del bullo e della madre, quindi degli altri quattro indagati in concorso per verificare l' attendibilità del racconto. Sotto accusa due quattordicenni, quindi Giocondino De Rosa, 30 anni, e Pasquale De Rosa, di 18, zio e nipote, difesi dall' avvocato Massimo Biscardi, che sarebbero giunti in un secondo momento sul luogo della movida all' ex stazione Sangritana. I 5 coinvolti appartengono a tre distinte famiglie rom, imparentate ma con cognomi diversi.

 

baby gang baby gang

Tutto nasce, come noto, dal bisticcio a distanza per la musica alta. Poi il baby rom punta il dito contro la sedicenne: «Ha detto ai suoi amici che noi li volevamo picchiare. Giuseppe si è avvicinato e mi ha detto Non fai paura a nessuno. Se parti prima tu (con le botte ndr) poi partiamo anche noi. Sentitomi minacciato ho reagito col pugno.

 

baby gang baby gang

Mentre andavo via ho preso di striscio un colpo che mi ha sferrato il domenicano ed io ho cercato di colpirlo a mia volta, mentre la 16enne mi ha preso per il collo escoriandomi l' orecchio sinistro. Per paura sono scappato.

 

Dopo mezzanotte ho contattato la ragazza con videochiamata su Istagram ma lei ha chiuso il telefono. Poi mi ha mandato un messaggio scrivendo: Ti chiedo scusa. So che quello successo è in parte anche colpa mia».

 

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