Andrea Carugati per “la Stampa”
«Qualcuno mi ha detto che le mia pagine social non mi rispecchiano. Ne sono felice perché immagino che se la gente sapesse veramente quali sono le cose che mi fanno felice mi giudicherebbe alquanto strana». Parola di Jenna Ortega, che sui social nei panni di Mercoledì Addams è diventata virale con un balletto tratto dall'omonima serie su Netflix che ha infranto tutti i record, superando il miliardo di visualizzazioni. Jenna, vent' anni, americana di origini latine, nonostante la giovane età è una veterana del mondo horror, è stata infatti la protagonista di Scream.
«Credo che i social siano un habitat poco salubre per chi li frequenta con assiduità. Odio l'idea di essere sposata a quei cosi. Non voglio preoccuparmi di come appaio, di cosa dico, di come la gente mi percepisce. Ci promuovo il mio lavoro da attrice e basta».
Eppure è diventata virale
«Con una danza che nemmeno avevo idea di come sarebbe riuscita. Avevo fatto un pochino la sbruffona con Tim Burton, dicendo che avrei voluto fare io la coreografia e che avrebbe potuto stare tranquillo, addirittura metterci le mani sul fuoco. Ma bluffavo. Non so ballare e non avevo idea di cosa avrei fatto fino a pochi giorni prima, quando Tim mi ha comunicato che la canzone che aveva scelto sarebbe stata Goo Goo Much, dei Cramps. Mi sono sentita molto stupida e mi sarei presa a calci».
E?
«E niente. Non ho dormito per due giorni e mi sono guardata tutti i video di Denis Lavant in Beau Travail, quello di Siouxsie and the Banshees, Lene Lovich, Nina Hagen e una lunga serie di video di ragazzi 'gotici' nei club anni '80. Il risultato di tanto studio è quel balletto».
Si immaginava il successo?
«Ma no, affatto. Pensavo di essere stata pessima, ma quelli della produzione mi hanno rassicurata e mi hanno detto che a loro parere sarebbe diventato un fenomeno pop. Pensavo mi stessero prendendo in giro, invece hanno avuto ragione loro. Incredibile».
Lei è già una star del mondo horror, come se lo spiega? American Carnage, Scream, Killer Queen, Sexy horror story, etc. Non teme di restare incastrata in un solo genere?
«Perché mi scelgano per questi film non lo so, evidentemente alla gente piace vedermi spaventata. Per me correre in giro urlando insanguinata è terapeutico, oltre che molto divertente. I film horror sono i più divertenti da girare, sul set si fa sempre fatica a non scoppiare a ridere. Non ci si prende mai troppo sul serio e si lavora con appassionati del genere».
Anche lei lo è?
«Certo, adoro l'horror. Serial killers, mostri e creature varie mi hanno sempre attratto sin da bambina, per qualche ragione amo quel che generalmente fa inorridire gli altri».
Conosceva la Mercoledì originale e le versioni successive?
«Si, anche perché mi hanno sempre paragonato a lei fin da bambina. Un po' per il mio aspetto e un po' per il mio tipo di umorismo, molto asciutto, molto, forse troppo dark.
La gente ha sempre fatto fatica a capire quando sono seria o sto scherzando. E poi Mercoledì è un bellissimo personaggio. Sembra monocorde, monotono invece è piena di sfaccettature. E' una teen, e come tutte le adolescenti è molto insicura anche se non lo sembra. Ha paura delle emozioni e delle aree grigie della vita più che dei ragni e dei mostri assetati di sangue. E poi meritava uno show tutto suo. In quelli precedenti è sempre stato un personaggio marginale, con una o due battute al massimo».
Diversa dagli altri personaggi che ha interpretato?
«Molto. Di solito negli altri film sono la ragazzina stupida che apre la porta senza chiedere chi c'è dall'altra parte e che rischia di finire molto male. Mentre Mercoledì son certa preparerebbe una trappola e si farebbe beffe dell'assassino o del mostro di turno».
iman marson e jenna ortega mercoledi
Di che cosa ha paura nella vita reale?
«Di confrontare me stessa. E poi dell'abbandono. O anche di non trovare il vero amore. Non mi spaventa la morte e sono un po' paranoica. Forse la mia paura più grande è quella di perdere qualcuno molto vicino a me. Pensi, tutte le volte che parlo con qualcuno cui voglio bene al telefono, prima di riattaccare devo dire "I love you", altrimenti non riesco a dormire. Ecco, questa è la mia più grande paura».
I suoi genitori cosa dicono?
«Sono i miei più grandi sostenitori e per permettermi di seguire la mia passione hanno sacrificato davvero tanto, se sono qui è soprattutto merito loro. Sognavo questa vita fin da quando avevo sei anni e loro mi hanno assecondata e supportata come meglio non avrebbero potuto. Ora credo che per loro sia dura vedermi così poco e che siano molto preoccupati per me. In fondo sono una ragazza minuta, sempre in giro per il mondo. Ma vogliono che io sia felice ed è una cosa meravigliosa».
Sembra una ragazza con la testa sulle spalle.
«È che nonostante l'età sono già anziana e non perché sia cresciuta in fretta. Sono proprio nata così. A otto anni mi prendevano in giro chiamandomi vecchia. Poi lavorare sui set, circondata da adulti mi ha sicuramente condizionata . Tutti i giovani attori sembrano più maturi della loro età, diciamo che io sono stata avvantaggiata dal mio carattere».
Un sogno per quando sarà davvero anziana?
«Vorrei diventare una regista, ma tornerò a scuola perché vorrei diventare anche una compositrice e poi continuare a recitare. Ma anche fare l'infermiera e salvare vite mi piacerebbe, come mia mamma».
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