Estratto dell’articolo di Nicola Munaro per www.ilgazzettino.it
Diego Nason è stato dimesso ieri mattina dopo una notte passata al Civile. Ne avrà per trenta giorni ma «sto bene». In ospedale ci è finito domenica pomeriggio dopo essere stato aggredito e picchiato da due turisti colombiani in calle Contarini.
La sua colpa? Nessuna. È stato semplicemente scambiato per un borseggiatore, buttato a terra, preso a pugni e calci in faccia. «Mi hanno salvato i passanti che fino all'arrivo dei carabinieri, velocissimi, hanno provato a convincere chi mi picchiava che sono innocente - ha raccontato ieri Diego Nason - Oltre ai carabinieri voglio ringraziare il consigliere comunale Paolo Ticozzi e la mia amica Francesca Bonollo: si sono spesi, insieme ad altri, per farli smettere».
AGGRESSIONE SUBITA DA Diego Nason
Diego Nason, mestrino, 29 anni, commerciante di vetri a Venezia, dopo aver lasciato l'ospedale dei Santi Giovanni e Paolo è andato in caserma a San Zaccaria e ha denunciato ai carabinieri i suoi aggressori.
«Vorrei incontrarli di nuovo - ha detto ieri, tornato a casa con una serie di lividi - Mi basterebbe che mi chiedessero "scusa, abbiamo sbagliato". Non vorrei nemmeno indietro i 50 euro che mi hanno rubato dal portafoglio, quando gliel'ho dato per convincerli che non ero un ladro.
Se li tengano, basta che mi chiedano "scusa" per quell'assurdità, anche se fossi stato il ladro. Temo invece che non li rivedrò più» e anche un eventuale processo potrebbe essere un processo a dei fantasmi.
È lo stesso ventinovenne, che per ironia della sorte collabora con i Cittadini Non Distratti nella battaglia contro i ladri di taccuino e alle Zattere, un anno fa, era stato preso a male parole da una borseggiatrice di etnia rom, a mettere in fila i fatti: «Sono stato aggredito di colpo, ero al telefono con un mio amico quando li ho incrociati: come avrei fatto a rubare il portafoglio - si chiede Nason - A un certo punto il mio amico ha sentito qualche voce, ha sentito cadere la linea, ha chiamato i carabinieri e ha dato il numero».
Così i militari dell'Arma sono riusciti a rintracciarlo, grazie al Gps. «Stavo camminando e mi sono trovato di fronte questa donna che mi ha guardato con fare minaccioso, pensavo fosse una borseggiatrice che ce l'avesse con me, invece no. […]
«Mi hanno fatto sedere, dato un calcio in faccia, manate, calci. Quando hanno smesso di prendermi a pedate mi hanno messo il ginocchio sulla schiena per tenermi piegato, non respiravo - ha spiegato il ventinovenne - Ho detto "aspetta che ti do il portafoglio per farti vedere chi sono".
Loro si lamentavano che erano stati derubati e non mi hanno fatto parlare. Loro senza alcuna prova si sono fatta una giustizia farlocca da soli. Oltretutto mica hanno ritrovato il portafoglio: la colluttazione è finita per merito dei passanti e perché i carabinieri sono arrivati subito devono aver capito che si sono sentiti stupidi. […]», ha concluso Nason. […]
AGGRESSIONE SUBITA DA Diego Nason