Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera"
Yara era la sua amica del cuore. Compagna di banco al liceo linguistico, complice di tanti segreti. Stessa età, stessi valori, stessi sogni da adolescente. Identica voglia di vivere. «Sono disperata, ho la morte nel cuore», aveva confessato questa ragazzina agli amici dopo l'incidente accaduto a Yara che stava lottando tra la vita e la morte in un letto del reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Siena.
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E quando la morte è arrivata, dopo due giorni di agonia, Giovanna (nome di fantasia) ha visto il mondo crollarle addosso. Non riesce quasi più a parlare. Non si muove di casa, è distrutta dal dolore, non vuole vedere nessuno. È lei che, per uno sciagurato errore, ha ingranato la marcia sbagliata sulla Mini Minor di seconda mano che il nonno le aveva comprato.
Le serviva a fare un po' di pratica nella corte privata della casa colonica dove abitava, ad Abbadia San Salvatore sulle montagne dell'Amiata, in attesa di prendere la patente. Quella macchina giovedì notte ha travolto l'amica Yara Gattavecchi, 17 anni a dicembre, e l'ha schiacciata contro un muro. Nel giorno della morte sarebbe dovuta partire con i genitori per le vacanze estive.
«Anche l'amica di Yara è una vittima di questa tragedia - dice Luca Gattavecchi, fratello del babbo di Yara -. Non abbiamo rancore. I suoi genitori disperati sono venuti da noi qui a Montepulciano a farci le condoglianze, a chiedere scusa. Hanno abbracciato mio fratello Gionata, il babbo di Yara e la mamma Lilian».
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I Gattavecchi sono una famiglia storica di Montepulciano. Sono i proprietari di una delle cantine più blasonate del Vino Nobile e gestiscono anche un ristorante, annesso alla cantina, dove spesso Yara arrivava con la sua amica. «E accoglieva tutti con un sorriso contagioso - ricorda ancora lo zio -. Non ho mai conosciuto una ragazzina capace di sprigionare così tanta gioia».
L'amica Giovanna sarebbe dovuta partire con i genitori in vacanza in Sicilia, ma poi aveva deciso di rimanere dai nonni e organizzare una festicciola nella sua casa. Quando arriva l'ambulanza della Misericordia, la stessa società di soccorso dove lavora il padre di Giovanna, medici e volontari capiscono che la situazione è tragica. Ma c'è ancora una flebile speranza. Che si spegne nella tarda mattinata di sabato.
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I genitori decidono di donare gli organi della figlia, mentre tutta Montepulciano partecipa al dolore della famiglia (Yara ha una sorella di 21 anni, Maria, e due fratelli, Yannik e Maurizio, nati dal precedente matrimonio della madre). Nel giorno del funerale il sindaco proclamerà il lutto cittadino. «Ho visto l'ultima volta Yara poche ore prima dell'incidente - ricorda lo zio Luca -. Mi ha accolto con un grande "ciao zio" e un sorriso luminosissimo. E con quel sorriso la voglio ricordare».
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