Gianluigi Nuzzi per “La Stampa”
BEPPE GRILLO DIFENDE IL FIGLIO - VIGNETTA BY MANNELLI
«Silvia, perché piangi?», prova a chiedere Roberta, accarezzando i capelli all'amica, completamente nuda ancora a letto. Silenzio. «Mi hanno violentata», risponde tra i singulti. «Ma chi?», «Tutti... Roberta... Tutti». Sono le 14,45 di mercoledì 17 luglio 2019, Roberta si è appena svegliata intontita nel soggiorno della villetta a Cala di Volpe.
Cerca l'amica Silvia e la ritrova nella stanzetta priva di porta, con una tenda che separa il vano dal corridoio, di fronte al bagno. Ascolta quelle parole. Con le palpebre pesanti di una notte passata tra la discoteca Billionaire e la nottata con quei quattro ragazzi di Genova, impiega e secondi e minuti e ore per ricordare i dettagli, mettere insieme i pezzi e capire.
Compie una fatica enorme a rendersi davvero conto che la divertente vacanza con la compagna di classe italonorvegese è appena precipitata in un incubo tale da farle oggi indicare da giornali e tv con nomi di fantasia. Ma dov' è la ragione, Silvia ha patito una violenza di gruppo o invece era consenziente, come Beppe Grillo e il figlio Ciro urlano da giorni, indicando come prova regina un video di 24 secondi?
Per capire cos' è accaduto bisogna ripercorrere quella serata nella sua interezza, basandosi sul fascicolo delle indagini, sviluppate in una ricostruzione certosina: sono stati sentiti decine di testimoni (financo tassisti, baristi e il fotografo della discoteca, amici, istruttori sportivi), intercettati i telefoni, recuperati i messaggi, persino analizzati al millimetro i frame di video e foto per capire dagli indumenti intimi, da mutande e t-shirt, chi agiva e chi guardava.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
Silvia era sbarcata in Sardegna il 5 luglio, per esser poi raggiunta da Roberta e godersi il mare, il kite surfing e le serate a ballare, lasciando da parte greco e latino e gli impegni del liceo classico. A fine settimana i genitori la raggiungevano per stare insieme in un quadretto tra maturità e prima autonomia, che fa della costa Smeralda in luglio una colonia degli adolescenti dell'Italia opulenta alla conquista dell'attesa indipendenza.
Silvia aveva scelto su internet un decoroso bed&breakfast in localita Barrabisa a Palau, a due passi dalle spiagge, e da lì con i taxi si muoveva, insieme all'amica, di giorno e di notte.
E così martedì 16, alle 23,45, le ragazze avevano l'auto per il trasferimento alla discoteca Billionaire dove avevano fissato all'ingresso l'appuntamento con altri tre compagni di scuola, una coppia e un ragazzo. Ed è proprio quest' ultimo a conoscere quattro ragazzi genovesi (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Ciro Grillo), che sono ben lieti di ospitarli al tavolo, prenotato a nome di Ciro, che ha compiuto solo da qualche giorno 19 anni.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
La serata scivola via spensierata, nei verbali le due ragazze ricordano un consumo di vodka al tavolo mentre i genovesi sottolineano più le bevute di Red Bull, la bibita energizzante. Il gruppo ormai amalgamato sembra affiatato, dai verbali emerge anche che durante un ballo sarebbe scappato un bacio tra Ciro e Silvia, ma niente di più.
Alle 3,30 inizia a farsi tardi e i tre amici delle «milanesi» salutano e se ne vanno. Balli, bevute, balli, chiacchiere, la normalità. Alle 5 la comitiva decide di uscire, viene pagato il conto e si torna all'aperto. Ma le due ragazze non trovano un taxi: «Dai venite a fare due spaghetti da noi, poi vi riaccompagniamo domattina al bed&breakfast, abbiamo l'auto a casa, nessun problema».
Roberta tentenna, Silvia è più accondiscendente e alla fine vanno tutti a Cala di Volpe. Nel tragitto, secondo uno dei ragazzi proprio Silvia allunga un piede tra le gambe di uno dei nuovi amici che vive la cosa come un atteggiamento disponibile, ma la ragazza a verbale minimizza l'accaduto, non dandogli alcun peso. Insomma, se è successo non era neanche intenzionale.
Sono le 5,30 ormai quando i giovani sorseggiano ancora qualche alcolico nel gazebo, mentre Roberta cucina gli spaghetti. Anche qui i racconti divergono: le ragazze sottolineano come i quattro continuassero a bere esageratamente, mentre il loro comportamento era più normale. La situazione inizia però a cambiare. Fa freddo, e così Corsiglia accompagna Silvia a prendere delle coperte nella camera matrimoniale dove per l'accusa l'afferra, sbattendola sul letto, mettendosi sopra, baciandola sulla bocca e provando un approccio sessuale.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
Lei si divincola e raggiunge il gazebo per cenare con gli altri. Il fatto passa senza conseguenze, lui nei racconti successivi minimizzerà, indicandola come una normale dinamica di corteggiamento. Sono passate da poco le 6 quando Roberta saluta e va a sdraiarsi sul divano del soggiorno, addormentandosi rapidamente. Silvia rimane a scherzare con Lauria nel gazebo, mentre gli altri sparecchiano. Da lì a qualche minuto tutto degenera. Silvia è stanca e Corsiglia l'accompagna nella camera singola, dove lei si sdraia sotto le lenzuola.
BEPPE GRILLO NEL VIDEO A DIFESA DEL FIGLIO CIRO
Ma il ragazzo non se ne va, Silvia glielo chiede più volte, niente, anzi, la raggiunge e la costringe a un rapporto completo. Lei cerca di liberarsi, racconta che gli altri ragazzi stavano sull'uscio della stanza, tanto per l'accusa a bloccarne l'uscita. Chi rideva. Chi commentava. Silvia è fisicamente più debole, i giovani sono tutti ben palestrati. A un certo punto però riesce ad andare in bagno dove Corsiglia la raggiunge, spingendola di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà.
Lei piange in bagno. Lauria e Capitta le chiedono perché ma lei non risponde. Proprio quest' ultimo le chiede di dormire insieme ma lei si rifiuta e cerca di svegliare l'amica per andarsene. Qui Roberta ha i ricordi confusi, in dormiveglia risponde di lasciarla tranquilla, ma di fatto non capisce quello che succede, non si alza e continua a dormire.
Per la difesa, invece, potrebbe essere questo un elemento a sostegno della tesi che la vittima fosse consenziente. Silvia vuole prendere un taxi, cerca il telefonino ed è proprio Lauria che - stando al racconto della vittima - interviene per tranquillizzare la ragazza, dicendo che appena Corsiglia si sarebbe ripreso dall'alcol, l'avrebbero portata a casa.
L'accompagna quindi fuori per mostrarle l'auto. Anche qui, Silvia racconta che sarebbe stata presa per i fianchi, riuscendo però a divincolarsi e a tornare al gazebo. Ricorda come ormai fossero le 9 quando piange nel gazebo, i ragazzi le chiedono perché e lei risponde: «Lo sapete benissimo, Francesco mi ha fatto male e voi non siete intervenuti».
Ma la situazione si fa incandescente e degenera. Grillo, Lauria e Capitta l'avrebbero costretta a bere della vodka, tenendola per i capelli. La giovane afferma in procura che i ricordi le si offuscano. Ha in mente quando Lauria l'avrebbe invitata «a dormire in camera matrimoniale» e lei non capiva più niente in preda all'alcol. Gli altri la raggiugono, le vanno addosso sul letto ubriachi, la violentano a turno e insieme fino a quando perde conoscenza.
Alle 14,45 Roberta si sveglia e trova l'amica paralizzata dalla paura. È una situazione surreale, nessuno parla: «C'era del mutismo da parte di tutti», ricorderà l'amica della vittima. Silvia cerca i vestiti e si ricopre. Corsiglia e Grillo le accompagnano ad Arzachena dove le due giovani prenderanno alle 15 un taxi per rientrare al bed&breakfast: «Quel pomeriggio le ragazze non erano più le stesse - racconterà Daniele, il titolare -. Poi sono rimaste, credo ancora una settimana ma non erano più le stesse.
Erano educate, carine, una sembrava una "timorata di Dio" tanto era riservata ma da quel pomeriggio erano distaccate, silenti. Silvia ci ha chiesto una bici in prestito per andare a Palau». In effetti la ragazza vuole andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo, visto che i ragazzi non avevano usato i preservativi. Poche ore dopo va alla lezione fissata di kite surfing a Porto Pollo ma anche qui l'istruttore mette a verbale di aver trovata la giovane chiusa, scostante, come percependo che fosse accaduto qualcosa di brutto: «Ricordo che era molto turbata».
VIGNETTA DI ELLEKAPPA SUL CASO DI CIRO GRILLO
«Lei ha raccontato quanto accaduto a degli amici?», ha chiesto il pubblico ministero e Silvia ha indicato i nomi di un'amica concittadina e di un'altra che vive fuori Milano che avrebbero confermato le confidenze ricevute e il fatto che l'amica era anche spaventata dal mancato uso di contraccettivi. Venerdì arrivano i genitori, ospiti dello stesso bed&breakfast. All'inizio Silvia si vergogna, non racconta nulla ma poi scoppia a piangere. «Mamma, mi hanno violentato».
Intanto, i tre ragazzi che Beppe Grillo vede nel video si mandavano su whatsapp messaggi finiti nell'inchiesta. Il 29 agosto escono le prime indiscrezioni: «Ho paura che quella ci ha denunciato», scrive Capitta in un messaggio. E poi: «3 vs 1», invia uno di loro agli amici. Tre contro una, come un compiacimento, come se fosse stato un gioco della playstation e non un incubo che offuscherà la vita di tutti.