“VOGLIO AVERE UN ALTRO FIGLIO, MA MI IMPEDISCONO DI TOGLIERE LA SPIRALE” – LA DRAMMATICA TESTIMONIANZA DI BRITNEY SPEARS IN TRIBUNALE RIVELA QUELLO CHE I FAN DEL MOVIMENTO #FREEBRITNEY AVEVANO CAPITO DA TEMPO: LA CANTANTE FIN DA PICCOLA È STATA TRATTATA DAL PADRE COME UNA SCIMMIA AMMAESTRATA A FARE SOLDI. UNA CONDIZIONE DI STRESS E PRESSIONE CHE HANNO FATTO ESPLODERE LA SUA TENUTA PSICOFISICA: “NON SONO FELICE, PIANGO TUTTI I GIORNI…” - VIDEO

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Luca Dondoni per "la Stampa"

 

jamie e britney spears jamie e britney spears

Il movimento #Free Britney aveva ragione. Da anni la superstar del pop Britney Spears, fin da piccola spinta a far provini su provini da un padre il cui unico scopo era farla diventare una stella dello spettacolo, ha subito vessazioni, costrizioni, pressioni psicologiche insopportabili sfocate in un esaurimento nervoso che l'ha portata vicina a una fine prematura. Purtroppo lo stress da lavoro, il successo raggiunto sin da giovane e la fama mondiale sono stati il detonatore che ha fatto esplodere la tenuta psicofisica di Britney.

 

I comportamenti ritenuti «fuori dalle righe» come l'ammettere pubblicamente l'uso di metadone, i festini a base di alcol e droghe con le amiche Lindsay Lohan e Paris Hilton, le fughe dai rehab dove veniva mandata per disintossicarsi, fino al famoso taglio dei capelli a zero immortalato dai paparazzi hanno quasi convinto l'opinione pubblica: la donna era fuori controllo.

 

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È così nel 2008 (prima non se ne era quasi interessato) il padre, Jamie Spears, dicendo di voler tutelare la figlia ha ottenuto la custodia legale di Britney impedendole di usare il suo conto in banca e non solo. Cosa ancor più grave, secondo quanto si è appreso ieri dalla stessa Spears, il genitore le avrebbe impedito di avere altri figli (oltre a Sean Preston e Jayden, oggi adolescenti, avuti dall'ex marito Kevin Federline) cercando addirittura di ipnotizzarla.

 

I fan, a milioni nel mondo, venuti a conoscenza della situazione hanno usato il potere dei social per far partire il movimento #FreeBritney e il caso è tornato prepotentemente davanti ai riflettori tanto che Justin Timberlake, Mariah Carey, Cher, Halsey, Piers Morgan, BeBe Rexha, Miley Cyrus, Sarah Jessica Parker, oltre a tante altre celebrità, si sono schierati a favore.

 

i fan protestano per la liberazione di britney spears 3 i fan protestano per la liberazione di britney spears 3

Ieri la pop star ha parlato al telefono con la giudice della Superior Court di Los Angeles Brenda Penny per dire la sua, rifiutandosi di sottoporsi ad altre perizie psichiatriche. Una mossa che ha catturato l'attenzione di tutti i media. Dalla CNN alla CBS, dal New York Times al Washington Post i maggiori media Usa hanno dato un enorme spazio alla notizia, interesse per un personaggio dello spettacolo che non si vedeva dal famoso processo a Michael Jackson per le accuse di pedofilia.

 

«Voglio sposarmi e avere un bambino - ha detto la Spears -. In questa corte dico che ho espresso il desiderio di farmi togliere la spirale e avere un bambino ma i miei tutori non me lo fanno fare». La giudice Penny ha ringraziato la Spears, lodando il suo coraggio per aver voluto parlare di persona davanti alla corte e ammettere questioni così delicate.

 

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«Questa tutela mi sta facendo molto più male che bene - ha aggiunto la Spears -. Non sono felice, non riesco a dormire. Sono così arrabbiata e piango ogni giorno». Il New York Times ha pubblicato documenti legali da cui emerge l'insofferenza della trentanovenne diva delle classifiche per il rigido sistema di controllo esercitato dal padre Jamie su ogni aspetto della sua vita. «Decideva lui anche il colore degli armadietti della mia cucina» ha confessato la star.

 

Da notare che mentre Britney guadagnava milioni di dollari con i concerti a Las Vegas, Jamie le autorizzava una «mancia» di soli duemila dollari a settimana chiedendo di verificare ogni minima spesa. Sempre il NYT ha scritto che Britney non ha mai chiesto formalmente finora di revocare la «custodianship» esercitata dal padre, ma si ricorda che nel 2014 aveva pubblicamente espresso il suo malessere per l'istituto legale usato di solito per anziani e persone non più in grado di intendere e di volere. «Britney ha spiegato che la "conservatorship" è ormai diventata uno strumento oppressivo contro di lei.

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Un sistema che ha troppo controllo su tutta la sua vita - aveva riferito un investigatore della corte in un rapporto del 2016 -. «Non vuole più essere sfruttata. Lei lavora e guadagna i suoi soldi (quattro album da quando è partita la custodia, ndr) ma deve pagare per tutti quelli che la circondano». Britney aveva già parlato di questo problema in tribunale nel maggio 2019, ma a porte chiuse, informando che il padre l'aveva costretta a salire su un palco contro la sua volontà e una febbre a 40. Ora la partita è aperta e nei prossimi giorni sapremo se Britney potrà tornare finalmente libera.

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