1 - AMB.UCRAINA, ZELENSKY VUOLE L'ITALIA TRA GARANTI SICUREZZA
(ANSA) - "Il nostro presidente ha lanciato l'iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione.
Secondo il nostro presidente, di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l'Italia. Sono contento di vedere l'Italia in questo elenco". Lo ha detto l'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, nel corso del convegno 'L'aggressione militare russa in Ucraina: quale futuro per la nostra libertà', organizzato dalla Fondazione Einaudi.
roman abramovich con erdogan ai negoziati tra russia e ucraina in turchia
2 - LA DIPLOMAZIA ZELENSKY CHIAMA DRAGHI "CI AIUTI A SALVARE MARIUPOL"
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Blocchi dei corridoi umanitari. Attacchi ripetuti a scuole ed edifici pubblici. Almeno cinquemila morti fra i civili solo a Mariupol. Nelle intenzioni la telefonata di ieri pomeriggio fra Mario Draghi e Volodymyr Zelensky avrebbe dovuto essere il primo viatico per un contatto successivo di Palazzo Chigi con lo Zar di Russia.
Il bollettino riferito al premier dal presidente ucraino e lo stallo diplomatico l'ha semmai allontanata. Nonostante i segnali di dialogo dei vertici militari russi dello scorso week-end, nonostante la disponibilità del presidente ucraino a discutere di neutralità e della cessione alla Russia del controllo delle regioni separatiste del Donbass, le parti sono lontanissime.
Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, Mosca chiede il pieno riconoscimento della Crimea occupata e tutta la costa orientale del Paese. Putin sarebbe disposto a lasciare a Kiev l'accesso al mare solo attraverso Odessa, che nelle sue intenzioni si dovrebbe trasformare in una specie di enclave ucraina.
vladimir putin volodymyr zelensky
Una richiesta inaccettabile per Zelensky, e che al momento non tiene nemmeno conto della situazione sul campo, e della capacità di Kiev di respingere gli assedi.
Non solo alle porte di Kiev, ma anche in una delle città oggetto delle mire russe nelle coste a sudest dell'Ucraina come è Mariupol. Zelensky in queste ore le sta provando tutte: «Dobbiamo raggiungere un accordo e per farlo deve venire a incontrarmi», dice a Draghi e in una intervista per i media russi censurata dalle televisioni di Stato.
Capire cosa sta accadendo a Mosca è sempre più complicato. Lo Zar ha ancora il pieno controllo dei suoi generali? E' effettivamente disposto ad una soluzione diplomatica che permetta di farlo uscire a testa alta dal pantano?
La vaghezza del comunicato di Palazzo Chigi conferma la difficoltà a ristabilire un contatto con Mosca: «Draghi ha ribadito il pieno sostegno alle autorità e al popolo ucraino e la disponibilità di contribuire all'azione internazionale per porre fine alla crisi e promuovere una soluzione durevole».
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Nessun cedimento alle ragioni russe, nessun accenno a contatti. Le parole di fuoco dello scorso week-end da parte di Joe Biden non aiutano, di qui la pressione su Washigton di tutte le cancellerie europee per gettare acqua sul fuoco. Né sembrano fare passi avanti gli sforzi della Turchia, che anche oggi tenterà di far parlare le parti a Istanbul.
«Purtroppo segnali positivi non ne vediamo», ammette una fonte diplomatica italiana. Zelensky, ben informato dagli apparati americani, è altrettanto scettico sulla volontà di Putin di trovare una soluzione in tempi brevi. Per questo insiste nel chiedere armi e fa uscite provocatorie verso alcuni alleati Nato. «Parigi ha paura della Russia, Londra no», l'ultima di ieri. Per ora a Draghi solo parole di elogio: «Grazie per il fermo sostegno e la disponibilità».
Insomma, in attesa di novità non resta che mostrare il massimo sostegno agli aggrediti. Nella dichiarazione Zelensky fa riferimento ad un'iniziativa diplomatica che dovrebbe garantire la neutralità di Kiev, ma solo dopo la fine del conflitto. Una coalizione di 24 Stati che, in caso di attacco, dovrebbe essere pronta a intervenire militarmente.
GUERRA IN UCRAINA - SOLDATO CON IL LANCIARAZZI
Oggi ci sarà una riunione di maggioranza per discutere del decreto Ucraina, così come procede l'invio di aiuti attraverso l'hub della Protezione civile di Udine: in tutto ci sono 110 milioni di euro. A margine di una visita a Napoli, il premier incontrerà una delegazione di profughi accolti dalla comunità San Gennaro.
Al rientro a Roma dovrà fare i conti con il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte e i mal di pancia nella maggioranza sull'aumento delle spese militari. Per Draghi una soluzione va trovata, e non dovrà apparire un cedimento all'unità della Nato nel sostegno a Kiev. La soluzione sarà nel Documento di economia e finanza, il luogo in cui si anticipano le scelte di politica economica dell'autunno.
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Per il premier ciò che conta è ribadire che la spesa militare dovrà avvicinarsi al due per cento del Pil, come la Nato chiede da vent' anni. Il Def è il luogo perfetto in cui sottolineare l'impegno a parole senza entrare troppo nei dettagli dei numeri. Basterà trovare un accordo su una formula che tenga conto dei distinguo della pattuglia grillina in Parlamento.
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