MAZZETTE ANAS, UNA MACCHINA PERFETTA – LA “DAMA NERA” CANTA COME UN USIGNOLO E SPIEGA AI PM CHE LEI NON ERA DA SOLA, MA FACEVA PARTE DI “UN SISTEMA”: “NESSUNA GARA ERA ESENTE DALLE TANGENTI”

Antonella Accroglianò, che con il Gip aveva fatto scena muta, ieri con i pm ha cominciato a collaborare. Ha ammesso gran parte degli addebiti e si è accusata di due nuovi episodi di corruzione che gli investigatori non conoscevano. Questo per conquistare la loro fiducia. Poi ha fatto notare che non era certo lei a decidere chi vinceva gli appalti… -

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Guido Ruotolo per “la Stampa

 

Provata dalla detenzione, dalla «pesantezza delle accuse», la «dama nera» ha iniziato a parlare del «sistema Anas», spiegando ai magistrati della Procura di Roma che nessuna gara era esente da tangenti.

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Per quattro ore, ieri pomeriggio, Antonella Accroglianò, dirigente Anas, ha incontrato i pm romani e si è riconosciuta responsabile di tutte le contestazioni sollevate nella misura cautelare (nell' interrogatorio di garanzia davanti al gip, si era avvalsa della facoltà di non rispondere). E ha cominciato a delineare i contorni di quel «sistema Anas», che sarà oggetto dei suoi prossimi interrogatori.

 

Arrestata per corruzione e voto di scambio, la «dama nera» era a capo di quella che gli 007 della Finanza avevano definito «una cellula criminale» interna alla più grande stazione appaltante del Paese, l' Anas appunto.

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La sua vera occupazione - è la tesi della Procura di Giuseppe Pignatone - era quella di «gestire il flusso di corruzione». Nelle intercettazioni ambientali e telefoniche le mazzette venivano chiamata «ciliegie», «libri», «topolini», «antinfiammatori». Ieri, la «dama nera» si è accusata di due nuovi episodi di corruzione, non contestati nel capo di imputazione, chiamando in causa alcuni imprenditori e altri funzionari dell' Anas.

 

Dunque, la «cellula criminale» era al servizio degli imprenditori che avevano vinto le gare e gli appalti. Si occupava di velocizzare le pratiche di pagamento, di «alzare» le valutazioni degli indennizzi degli espropri di terreni, di cancellare le penali. Tutto in cambio di mazzette. Ma non era la «dama nera» a decidere chi doveva vincere l' appalto. E questo la dirigente Antonella Accroglianò lo ha detto ieri ai pm.

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L' inchiesta, che si è sviluppata nell' arco di un anno, ha documentato un giro di 200.000 euro di mazzette.
Erano le aziende, le imprese, le ditte a mettere in contatto i loro politici di riferimento con i dirigenti Anas. Così è finito ai domiciliari anche l' ex sottosegretario del governo Prodi, Luigi Meduri, il politico di riferimento degli imprenditori catanesi Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo.

 

Nella ultima informativa delle Fiamme Gialle, si accenna ai rapporti della «cellula criminale» Anas con i politici. Si fanno i nomi di Maurizio Gasparri, di Altero Matteoli, di Marco Martinelli (tutti e tre provenienti da An e rimasti in Forza Italia) e di Salvatore Margiotta (Pd). Politici che vengono attivati per difendere le loro posizioni di funzionari e di dirigenti all' indomani delle polemiche sull' Anas per il crollo in Sicilia del viadotto Scorciavacche.

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In che termini la «dama nera» potrebbe chiamare in causa i politici? Non per le tangenti a monte dell' aggiudicazione degli appalti, che quello degli appalti non era il settore di competenza. E, quindi, non era lei che decideva di finanziare gli appalti in una regione piuttosto che in un' altra o addirittura di farli vincere a qualche imprenditore «predestinato».

 

Sui rapporti con la politica e le imprese, Antonella Accroglianò avrà tempo per poter chiarire e raccontare. E dovrà essere molto convincente per riuscire a superare il muro di diffidenza nei suoi confronti da parte della Procura e della Finanza. Magari consegnando intanto il «tesoro» accumulato in questi anni.

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Per sperare di ottenere così il riconoscimento di collaborazione e cioè sconti di pena.

 

 

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