Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
Anche questa volta poche ore dopo l’attentato a un esponente di spicco dell’intelligentsia filo-Cremlino gli inquirenti sono riusciti a trovare l’esecutore. Come sempre, assoldato dai servizi segreti ucraini, secondo le dichiarazioni diffuse immediatamente. Ma è proprio così?
In altri casi si è visto che la situazione era ben diversa e che, magari, l’autore del crimine era del tutto all’oscuro di quanto avrebbe dovuto succedere. E le ipotesi/certezze sui mandanti potevano essere pure fantasie. Da mesi in tantissime città della Russia si susseguono attentati, incendi, esplosioni e uccisioni. E le piste seguite all’inizio delle indagini sembrano poi non portare da nessuna parte.
Sono gli ucraini? O sono distaccamenti di resistenza russi, come sostengono alcuni oppositori di Putin? O, ancora, dietro questi avvenimenti si nasconde una lotta senza esclusione di colpi tra i vari gruppi di potere che ruotano attorno allo stesso Zar?
[…] Dai dati raccolti da vari siti investigativi russi emerge che l’uso di attentatori «involontari» si sta diffondendo sempre di più. Sarebbero almeno 16 i casi di pensionati e studenti ingannati in qualche modo e spinti a commettere crimini. Misteriosi «truffatori» chiamano la vittima spacciandosi per funzionari dei servizi russi e la convincono ad agire per smascherare presunti agenti stranieri o banditi. È successo a Elena Belova, una pensionata di 65 anni che ha incendiato la Bmw di un ufficiale dello Stato maggiore e che al momento della cattura ha gridato «gloria all’Ucraina».
E a uno studente ventiduenne di San Pietroburgo che il 17 marzo ha dato fuoco a un bancomat nel centro commerciale Kontinent. I servizi, secondo il suo racconto, gli avevano detto di farlo perché da quel bancomat una banda ucraina truffava ignari clienti. Anche lui, di fronte a quelli che credeva essere finti poliziotti avrebbe dovuto gridare «Viva l’Ucraina», per confonderli.
Il nemico pubblico numero uno per il Cremlino oggi è il generale Kyrylo Budanov, capo dello spionaggio militare ucraino Hur che starebbe dietro tutte queste azioni, compresi gli assassinii. Ma lui punta invece il dito contro fazioni russe in lotta, a cominciare da quella di Evgenij Prigozhin, il capo della Wagner da tempo in rotta di collisione con i militari.