Gabriella Cerami per https://www.huffingtonpost.it/
Distanza minima di un metro tra le persone. Nei ristoranti i clienti si posizioneranno a un metro di distanza anziché due. Al mare un metro e mezzo tra un lettino e l’altro anziché due, e ombrelloni distanti poco meno di tre metri e mezzo, e non quattro e mezzo. In vista delle riaperture in programma il 18 maggio, le regioni “accorciano le distanze” rispetto a quelle proposte dalle linee guida nazionali, troppo rigide per gli imprenditori e le associazioni di categoria che avevano minacciato di non riaprire perché le perdite sarebbero state troppo alte.
Il governo, al termine di una lunga giornata con momenti ad altissima tensione, asseconda le richieste delle Regioni concedendogli più autonomia. Gli Enti locali in questo modo si uniformano con uno stesso schema bypassando i protocolli regionali. Fermo restando che l’esecutivo potrà richiuderle se i contagi aumenteranno. Se la situazione dovesse sfuggire di mano, il governo “interverrà subito con misure restrittive”, a cui le Regioni non potranno opporsi. Fa trapelare il premier Giuseppe Conte, il quale intanto si dice soddisfatto per la “portentosa collaborazione istituzionale”.
Tuttavia la giornata non inizia nel verso giusto. La strada sembra in salita. Il primo tentativo di accordo va a vuoto creando dissidi tra le varie Regioni. La Lombardia e i sindaci guidati da Antonio Decaro chiedono un protocollo unico e nessuna differenziazione tra regioni. In particolare Attilio Fontana teme che la sua regione rimanga indietro a causa del numero dei contagi nuovamente in crescita. Tutte le altre vogliono prendere come riferimento i protocolli regionali. Il governo lascia loro del tempo per poi ricominciare.
E alla fine si converge su un documento comune, che il governo fa proprio con un decreto legge approvato a tarda notte, a cui si aggiungerà un decreto del presidente del Consiglio con i dettagli. Il ministro delle Regioni Francesco Boccia ha mediato per tutto il giorno: “Siamo arrivati ad elaborare misure chiare che garantiscono sicurezza agli italiani, a tutti i lavatori e alle imprese”.
Sulla stessa linea il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini: “Coniuga responsabilità, sicurezza, flessibilità e autonomia”. Il decreto legge che prevede dal 18 maggio le aperture delle attività commerciali, compresi estetisti e parrucchieri. Dal 3 giugno saranno consentiti gli spostamenti tra regioni e saranno aperte le frontiere senza obbligo di quarantena. Potranno anche riaprire anche gli stabilimenti. Se i governatori vogliono altre aperture possono procedere ma devono comunicarle al ministero della salute, così come se non vogliono aprire alcune attività, motivando ciò con la curva di contagio, possono chiuderle.
Ecco le linee guida che i governatori hanno redatto su ristorazione, attività turistiche, servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti), commercio al dettaglio, commercio al dettaglio su aree pubbliche, uffici aperti al pubblico, piscine, palestre, manutenzione del verde, musei, archivi e biblioteche. Il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri prevede sanzioni da 400 a 3.000 euro per chi viola le regole, aggirandole. E stop delle attività da 5 a 30 giorni.
Ristoranti, bar, pub
Nel documento si legge che i tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno un metro di separazione tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. Se le tabelle Inail prevedono 4 metri quadri di spazio per ogni persona, il documento delle regioni ne prevede un solo metro.
È necessario poi rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno. Negli esercizi che dispongono di posti a sedere privilegiare l’accesso tramite prenotazione, mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. In tali attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere.
La consumazione al banco è consentita solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno un metro tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. La consumazione a buffet non è consentita. Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idro-alcoliche (prima di ogni servizio al tavolo). Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria. I clienti dovranno indossare la mascherina tutte le volte che non si è seduti al tavolo.
Attività turistiche
Le regioni nel documento sottoscritto da tutti i governatori si legge che nelle spiagge deve esserci una persona addetta ad accompagnare i clienti sotto l’ombrellone e che illustri le misure di prevenzione da rispettare.
Nel documento si sottolinea che e’ “necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale in più punti dell’impianto” e “privilegiare l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 gg.
Riorganizzare gli spazi, per garantire l’accesso allo stabilimento in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.
Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita”, si legge ancora nel documento. Inoltre: occorre “assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia
(per file orizzontali o a rombo)”. Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri.
Servizi alla persona. Acconciature ed estetisti
Ecco il testo redatto dalle Regioni. “Riorganizzare gli spazi, per quanto possibile in ragione delle condizioni logistiche e strutturali, per assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti”. E invece il testo Inail recita così: “Prevedere una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni di trattamento (ad es. utilizzando postazioni alternate)”. Anche qui i governatori hanno dimezzato lo spazio.
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