Francesca Bonfanti per http://www.letteradonna.it
Molti aspetti del corpo femminile sono dati per scontanti e by-passati come normali perché, di generazione in generazione, ‘è sempre stato così’. E quindi: il ciclo mestruale ha un corollario di sintomi fastidiosi, che spesso sfociano nel doloroso, perdere la verginità «fa male» e anche il sesso successivo alla prima volta può provocare malessere.
E, se fino a un certo punto sono tutte verità innegabili, prima di mettersi il cuore in pace e limitarsi a stringere i denti, bisogna riflettere su tutto quello che consideriamo un assioma biologico e sociale, ma che potrebbe non esserlo. È quello che ha fatto Lili LoofBourow su The Week, chiedendosi se il prezzo del piacere sessuale maschile non sia stato troppo a lungo l’accettazione del dolore femminile.
C'È CATTIVO SESSO E CATTIVO SESSO
Secondo le fonti citate nel pezzo, il 30% delle donne convive con una sensazione di dolore durante il sesso. A livello medico, i disturbi possono essere diversi: la dispareunia, il vaginismo e la vulvodinia. Patologie che vengono spesso ignorate dalle donne in primis, che non preoccupandosi di indagare le cause del fastidio, sviluppano una pessima relazione con la propria sessualità.
Finendo per liquidare frettolosamente il rapporto, in attesa dell’orgasmo del partner. Il modo in cui maschi e femmine valutano le rispettive prestazioni ce lo fa capire bene. Loofbourow cita uno studio dell’Università del Michigan, condotto dalla professoressa Sara McClelland. Secondo la ricerca: «Mentre le donne contemplano, nel peggiore dei casi, di sentirsi molto male o a disagio durante un rapporto, gli uomini hanno come gradino più basso di giudizio l’assenza di piacere o il mancato orgasmo».
SE NE PARLA POCO, SI STUDIA POCO
E se passiamo dalle camere da letto ai laboratori, l'interesse per il tema continua a essere ancora basso. L'autrice sottolinea come la scarsa attenzione data dalla comunità scientifica alla questione sia sintomatica di un'accettazione silenziosa dello stato delle cose. PubMed ha all'attivo 393 trial dedicati alla dispareunia, 43 alla vulvodinia e 10 al vaginismo. 1954, invece, sulla disfunzione erettile, che, come fa notare, per quanto possa essere considerata sconveniente, non provoca sofferenza fisica.
QUINDI NO, NON È TUTTO NORMALE
«Vorrei che vivessimo in un mondo che incoraggia le donne a prestare attenzione ai segnali di dolore del proprio corpo, invece che comportarsi come campionesse di resistenza», conclude Loofbourow. Cominciando a cambiare il modo in cui è descritto l'esordio femminile nella dimensione sessuale. Perdere la verginità, per una ragazza, viene ancora percepito come un monito per i dolori a venire che dovranno essere accettati. Mentre dovremmo essere in grado di introdurre discussioni intime, all'interno di una relazione, che non mettano in primo piano il raggiungimento dell'orgasmo di uno solo dei due, ma innanzitutto la salute di entrambi.