Alessandra Ziniti per repubblica.it - Estratti
Un cadavere ormai ridotto ad un mucchio di ossa e alle estremità un paio di scarponcini neri. Proprio come quelli che indossava Andreea Rabciuc la notte del 12 marzo di due anni fa quando si allontanò da una roulotte nelle campagne di Jesi, in provincia di Ancona, dove aveva passato la serata con tre amici e il fidanzato con cui aveva litigato. Anche quel che resta di un giubbotto bianco, ritrovato lì accanto, sembra compatibile con la descrizione degli abiti che la 27enne ragazza di origine romena indossava quella notte.
È lei, dunque, Andreea Rabciuc, la ragazza introvabile, un giallo aperto da due anni, unico indagato nell’inchiesta aperta dalla Procura di Ancona prima per sequestro di persona e poi per omicidio il fidanzato Simone Gresti. L’hanno trovata ieri pomeriggio in un casolare di Castelplanio, non lontano dal distributore di benzina, a meno di un chilometro dal luogo della scomparsa, dopo la segnalazione del proprietario andato a prendere della legna.
E ora ci si chiede: ma se quei resti appartengono davvero ad Andreea, com’è possibile che siano stati trovati solo ora? Il cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione lascia presumere che si trovasse lì da tanto tempo. Possibile che quel luogo così vicino al casolare dove si era svolta la festa e dove Andreea Rabciuc è stata vista per l’ultima volta la sera dell’11 marzo, non sia mai stato ispezionato dalle forze dell’ordine?
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Il fidanzato indagato è sotto choc
A dare la notizia a Simone Gresti,44 anni, il fidanzato di Andreea, unico sospettato che ha sempre respinto ogni accusa, l’avvocato Emanuele Giuliani, anche lui sul luogo del ritrovamento. «Non mi aspettavo questo epilogo ed è davvero incredibile che il corpo possa essere stato trovato a pochi passi dal luogo della scomparsa. Ho chiamato Simone ed è sotto choc».
ANDREEA ALICE RABCIUC ANDREEA ALICE RABCIUC ANDREEA ALICE RABCIUC