Graziella Melina per “il Messaggero”
L'epidemia da Sars Cov 2 non si può fermare con l'immunità di gregge. Se così fosse, significherebbe continuare a fare la vita di sempre lasciando che il virus circoli senza freno e aspettare che le persone contagiate sviluppino gli anticorpi. Ma vorrebbe dire anche accettare il rischio che migliaia di persone invece non ce la facciano e muoiano. La proposta, a dir poco azzardata, è stata però osannata da diversi scienziati inglesi.
LA LETTERA
Nel mondo scientifico, però, la presa di posizione inglese, condivisa anche da alcuni scienziati americani, ovviamente non è piaciuta. Tanto che alla fine è arrivata la risposta con una lettera aperta la John Snow Memorandum, pubblicata su The Lancet, e sottoscritta da 80 scienziati di tutto il mondo.
Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è fra i tre italiani che hanno aderito all'iniziativa, presentata al 16° World Congress on Public Health che si conclude oggi. «L'immunità di gregge - spiega - non è la soluzione. È chiaro che bisogna lavorare su altre direzioni per contenere l'epidemia. La nostra è una dichiarazione scientifica di principio. Oggi per il Covid non è plausibile sperare nell'immunità, perché abbiamo ancora una quota di popolazione colpita dal virus relativamente bassa, intorno al 10-20%. Mentre solo l'80-90% consentirebbe di avere l'immunità di gregge».
Le potenzialità dell'immunità di gregge gli scienziati le conoscono da tempo. «Per tanti virus, anche per le malattie pediatriche come per esempio morbillo e parotite - spiega Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia - vi è un'immunità di gregge.
In sostanza, quando un virus entra in una comunità, supponiamo in un paese piccolo dove ci sono poche persone, infetta grosso modo quasi tutti e poi non ha più motivo di trasmettersi. Col tempo però l'immunità di gregge tende a scendere e quando si reimmette nella stessa popolazione, abbiamo questo picco epidemico».
TROPPE INCOGNITE
Che dunque l'immunità di gregge «esista, serve ed è utilizzata dal punto di vista dei vaccini è un fatto - precisa Pistello - Ma sui virus respiratori come questo non esiste un'immunità in modo assoluto». Anche perché resta l'incognita della durata degli anticorpi. «Se l'80% dei soggetti ha contratto il virus e ha sviluppato anticorpi è protetto. Non sappiamo però se gli anticorpi che si sviluppano contro il Sars Cov 2 proteggono, fino in fondo e per quanto tempo.
walter ricciardi al meeting di rimini
È chiaro poi che l'immunità di gregge non è possibile raggiungerla in pochi mesi, serviranno anni. Quindi l'idea di contrastare l'ondata epidemica in questo modo è irrealistico». In Italia, prevalgono misure basate evidenze scientifiche, come rassicura Walter Ricciardi, presidente della Federazione mondiale di sanità pubblica. «L'immunità di gregge è insostenibile sarebbe forse possibile tra tanti anni e dopo migliaia di morti». Le priorità dunque ora in Italia? «Vogliamo evitare il blocco generale, ma bisogna prendere subito in considerazione lockdown mirati. A cominciare da Lombardia e Campania».
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