NON SOLO GAZA: LA CISGIORDANIA RIBOLLE – MAXI OPERAZIONE DELL’ESERCITO ISRAELIANO A JENIN DOVE C’È STATO UN ATTACCO CON I DRONI SU OBIETTIVI CHE I RESIDENTI HANNO INDICATO COME COVI DI HAMAS - IN TRE GIORNI SONO STATI UCCISI 11 PALESTINESI, MA LA MISSIONE È STATA “ROVINATA” DA DUE SOLDATI ISRAELIANI CHE SONO ENTRATI IN UNA MOSCHEA E CON L'ALTOPARLANTE DEL MUEZZIN, DAL MINARETO, HANNO DIFFUSO UNA PREGHIERA EBRAICA – SU YAHYA SINWAR C’È UNA TAGLIA DI 400MILA DOLLARI…

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Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “La Stampa”

 

operazione militare di israele a jenin 9 operazione militare di israele a jenin 9

Appena terminata una maxi operazione a Jenin, l'esercito israeliano ha rivelato il successo di una recente missione nelle viscere dei tunnel sotto Gaza. Ma dal punto di vista del sostegno Usa allo stato ebraico, entrambi i fronti presentano difficoltà per Israele.

 

Dopo 60 ore consecutive le truppe israeliane hanno dichiarato conclusa quella che Tsahal ha definito «un'operazione per contrastare il terrorismo» a Jenin. Iniziata martedì con un attacco di droni su obiettivi palestinesi nell'atto di lanciare esplosivi contro i soldati che effettuavano arresti in città, a segnarne la fine è stato un altro drone, nel quartiere orientale, su quelli che i residenti hanno indicato come agenti di Hamas.

 

la situazione a gaza e cisgiordania al 15 dicembre 2023 la situazione a gaza e cisgiordania al 15 dicembre 2023

Sono stati 11 i palestinesi uccisi in 3 giorni, dice il ministero della Salute palestinese citato dall'agenzia Wafa. Un'operazione altrettanto estesa si era già vista all'inizio di luglio. Appena cinque mesi fa, per 48 ore, le forze militari di Israele avevano condotto la più impegnativa operazione militare in Cisgiordania da oltre 20 anni.

 

Questa volta però, a detta dei residenti, gli uomini ricercati dall'intelligence erano nascosti in città piuttosto che nel campo profughi altrimenti noto come "fabbrica dei martiri". Nel setacciare «centinaia di edifici», l'esercito ha detto di aver arrestato «60 palestinesi ricercati» – più altri 14 in altre zone della Cisgiordania, tra cui tre membri di Hamas –, sequestrato armi e ordigni esplosivi, localizzato i laboratori utilizzati per fabbricarli, oltre a infrastrutture militari e «più di 10 tunnel».

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A distogliere l'attenzione dagli «importanti risultati», secondo un funzionario della sicurezza anonimo citato dal canale israeliano Kan News, è stato l'atto indisciplinato – e subito punito con la sospensione dall'incarico operativo – di due soldati che sono entrati in una moschea e con l'altoparlante del muezzin, dal minareto, hanno diffuso una preghiera ebraica.

soldati israeliani in una moschea 1 soldati israeliani in una moschea 1

 

Un «comportamento grave, in contrasto con i nostri valori», è corso ai ripari il portavoce militare. L'atmosfera in Cisgiordania – dove dal 7 ottobre l'esercito ha condotto oltre 2 mila arresti di palestinesi ricercati ritenendo che più di 1.100 fossero affiliati ad Hamas – è di estrema tensione.

 

Anche per il braccio di ferro, politico e diplomatico, che si esercita su più livelli. Quello interno a Israele dove le frange più radicali della coalizione di destra del premier Benjamin Netanyahu soffiano sul fuoco degli insediamenti ebraici nei territori palestinesi. E quello diplomatico, con gli Usa e la Gran Bretagna che prendono provvedimenti contro gli estremisti israeliani accusati di attacchi contro i palestinesi.

 

Su Gaza, pur tra i ringraziamenti al governo americano «per il suo sostegno incondizionato», si è consumato a Tel Aviv lo scontro dialettico tra i membri del gabinetto di guerra israeliano e il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in visita nella regione. Per «smantellare» Hamas e «liberare Gaza», dice il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, «sono necessari più di pochi mesi».

operazione militare di israele a jenin 7 operazione militare di israele a jenin 7

 

Nel giro di «settimane e non di mesi», ha replicato Sullivan in tutti gli incontri, anche al premier Netanyahu, è necessaria una "transizione" dall'attuale fase di alta intensità della guerra a una «a più bassa intensità».

 

soldati israeliani in una moschea 2 soldati israeliani in una moschea 2

Non si tratta di una scadenza, secondo fonti citate dal portale Axios ma più una valutazione per ridurre il numero delle vittime civili, consentire maggiori aiuti umanitari a Gaza e abbassare il rischio di una guerra regionale. Netanyahu, in punta di fioretto, ribadisce ai suoi "amici americani" che i soldati israeliani, 116 dall'inizio dell'operazione di terra a Gaza, «non sono caduti invano». E che è totale la determinazione di Israele a combattere «fino all'eliminazione di Hamas e alla vittoria completa». […]

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