Edoardo Izzo per “la Stampa”
È un fuoco di fila di domande quello al quale è stato sottoposto ieri sera Salvatore Romeo, arrivato in Procura quando i primi tg erano già andati in onda con la notizia delle dimissioni dell' assessore Berdini. Nelle poco più di 48 ore trascorse dalla convocazione dell' ex capo della segreteria politica di Virginia Raggi, cioè dall'avviso di garanzia per concorso in abuso d' ufficio, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio hanno infatti ampliato la griglia dei quesiti relativi all' inchiesta sulle nomine in Campidoglio che stanno portando avanti con determinazione.
E accanto agli interrogativi che si sono aggiunti sulla base di risultanze investigative ancora coperte dal segreto istruttorio, si aggiungono ora quelli sulla "Banda" descritta anche da Paolo Berdini su La Stampa. Parole pesanti che, nonostante il tentativo di ritrattarle, confermano quanto si poteva già intuire dalle intercettazioni agli atti dell' inchiesta e ancora di più da quelle che non vi sono entrate, a tutela della privacy degli interessati. Tanto che ora la Procura non esclude di sentire lo stesso Berdini per chiarimenti.
SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI
Fare luce su questi aspetti che emergono soprattutto dalla chat "Quattro amici al bar" non è un' operazione di gossip: per i magistrati è necessario a provare le finalità del gruppo, ovvero il movente di quel reato che ritengono sia stato commesso da Raggi e Romeo «in concorso». L' ipotesi che la Raggi e Romeo siano amanti se l' è lasciata scappare l' urbanista, fiore all' occhiello della Giunta Raggi.
Un' amministrazione che ora rischia di affondare tra le scorrettezze denunciate dalla ex capo di gabinetto Carla Raineri (oggetto dell' inchiesta sulle nomine che è costata alla Raggi gli avvisi di garanzia), le accuse di corruzione (che hanno portato in cella l' ex braccio destro della sindaca, Raffaele Marra) e infine lo scandalo delle polizze assicurative intestate da Romeo all' avvocatessa che stava per candidarsi al Campidoglio.
SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI
Certo una relazione sentimentale tra la sindaca e l' uomo che fin da prima delle elezioni è stato a capo della sua segreteria politica e che prima di Natale ha dovuto farsi da parte spiegherebbe il perché dell' indicazione del nome di Virginia Raggi quale beneficiaria (secondo lei stessa a sua insaputa) di due polizze per un totale di 33 mila euro. Ma rimarrebbe comunque il mistero degli altri 100 mila euro dell' investimento finanziario, con designati altri dipendenti comunali come possibili eredi.
Ma agli atti i pm hanno anche indizi e testimonianze riguardo a quella che appare proprio come un' epurazione dei dirigenti scomodi che si erano opposti al contratto di Romeo. Uno dopo l'altro sono stati rimossi. La cacciata dei dirigenti che avevano detto no al nuovo contratto comincia con Laura Benente, responsabile del Dipartimento risorse umane, che aveva manifestato - come sottolinea anche l'ex capo di gabinetto Carla Raineri - la sua contrarietà alla procedura che la Raggi, Marra e Romeo intendevano applicare per il contratto di quest' ultimo, prosegue con Rodolfo Murra che per la stessa ragione ha perso la guida dell' ufficio legale e si è visto retrocedere di fascia, tocca l' apice con la giudice Raineri costretta alle dimissioni, e con Marcello Minenna che abbandona perché la partenza della Raineri lo lascia interdetto.
virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo
Parallelamente all' epurazione di questi personaggi scomodi, la Raggi pianifica la nuova Macrostruttura del Comune, la ristrutturazione aziendale con trasferimenti dei vari dirigenti e la coppia Marra-Viggiano, quest' ultimo artefice del nuovo contratto di Romeo quando la Benente era in ferie, alla guida del dipartimento risorse umane, come l' avvocato Murra ha ricostruito nell' interrogatorio durato quattro ore il 16 dicembre scorso.