Nuovi elementi, tra cui un capello trovato sulla felpa del piccolo Youssef, una macchia di sangue, un accendino trovato sul pianerotto. La Cassazione riaccende la speranza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all'ergastolo per la strage di Erba. I loro difensori si erano affidati alle possibilità offerte dalle nuove tecniche del Dna per dimostrare l'innocenza della coppia, e ora i giudici hanno annullato con rinvio, per nuovo esame, l'ordinanza con la quale la corte d'appello Brescia aveva dichiarato inammissibile la richiesta di incidente probatorio su sette nuovi elementi di prova.
Ora saranno i giudici di merito - ossia quelli della corte d'Appello di Brescia - a dover rivalutare la richiesta che riguarda un capello, un accendino, un mazzo di chiavi, un giubbotto, un cellulare e una macchia di sangue. I reperti saranno analizzati con la formula dell'incidente probatorio davanti ai giudici bresciani in vista di una richiesta di revisione del processo, sempre a Brescia.
Nella strage, che avvenne l'11 dicembre 2006, rimasero uccis Youssef Marzouk, 2 anni, la madre, Raffaella Castagna, la madre di Raffaella, Paola Galli, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito della Cherubini, Mario Frigerio, riuscì a salvarsi nonostante una profonda ferita alla gola (poi è deceduto per malattia). Olindo e Rosa avevano confessato di essere responsabile della strage ma, alcuni mesi dopo, aveva ritrattato la confessione.
"Finalmente - commenta Azouz Marzouk, il padre del bambino - sono anni che sto combattendo per poter far avere giustizia a tutte le persone che sono state assassinate. Io credo che non è stata fatta bene l'indagine - dice chiaramente - hanno trovato Rosa e Olindo, ed era comodo indagare solo in quella direzione. Non dico che sono innocenti o colpevoli, dico solo che vanno fatti tutti gli accertamenti e gli esami necessari".
I difensori della coppia confidano molto nei "reperti importantissimi mai prima esaminati", e nelle "le attuali, moderne e più precise strumentazioni di analisi genetico forense", che potrebbero "permettere di rilevare sui reperti rinvenuti sulla scena del delitto" conservati nell'Ufficio corpi di reato del tribunale di Como; "tracce non rilevate durante le indagini espletate nel lontano 2007 e riconducibili a diversi soggetti rispetto ai coniugi Romano".
"Siamo soddisfatti, ovviamente era il risultato che ci aspettavamo", dice oggi l'avvocato Fabio Schembri. "Ora dobbiamo aspettare le motivazioni di Brescia, poi ci vorrà ancora qualche mese prima di avere novità sull'incidente probatorio" che verrà disposto dai giudici di merito. Una decisione, quella dei giudici della Cassazione "che apre alla possibilità di nuove richieste e che ci consentirà di analizzare anche altri elementi che, per quanto ci riguarda, sono stati trascurati nel processo di Como".