Corrado Augias per “il Venerdì – la Repubblica”
Una ventina d'anni fa lo scrittore britannico John Cornwell pubblicò un saggio su papa Pio XII dal titolo eloquente: Il papa di Hitler. Era eccessivo. Papa Pacelli fu soprattutto il papa della sua Chiesa ed è all'interno di questa premessa che il suo atteggiamento verso il nazifascismo va esaminato.
È esattamente quello che fa David I. Kertzer (Simonetta Fiori lo ha intervistato sul Venerdì del 20 maggio, ndr) nel saggio Un papa in guerra (Garzanti) per il quale si è avvalso anche dei nuovi documenti degli archivi vaticani resi, finalmente, pubblici e, sperabilmente, integrali. Quale il quadro? Premetto che il racconto è terribile e affascinante.
Pio XII era un uomo all'antica, figlio, per così dire, della Roma della restaurazione.
Vedeva il mondo con gli occhiali del seminario in cui s' era formato, amava sinceramente la sua religione, compresi i dogmi e la pompa dei riti. Fu lui a proclamare l'ultimo dogma su Maria che, nel 1950, dichiarò Assunta in cielo corpo e anima.
Tale la sua fede.
Sicuramente Pacelli non amò i nazisti, al contrario vide nel regime di Hitler un nemico e un concorrente della fede cristiana. Fu più cauto con Mussolini anche perché lo considerò un possibile intercessore presso il demoniaco Führer dei tedeschi.
L'autore fa notare come Pacelli valutasse sua prima responsabilità: «proteggere la chiesa istituzionale, le sue proprietà, le sue prerogative». Quando Hitler nel 1939 invase la Polonia scatenando la guerra, Pacelli non disse una parola in difesa di quel popolo profondamente cattolico e del suo clero. Vero che la Chiesa aiutò alcune vittime della persecuzione ma, si fa notare, fu un compito di gran lunga inferiore a quello che un papa avrebbe potuto svolgere.
Quanto agli ebrei, Pio XII considerava i "perfidi giudei" eredi del popolo che aveva mandato a morte Gesù.
Quando più di mille ebrei vennero rastrellati nella sua città per essere mandati ad Auschwitz, il papa non disse una parola. Non fu complice, fu debole e, conclude Kertzer: «Come leader morale Pio XII dev' essere considerato un fallimento».
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