IL PIANETA BRUCIA E LA CINA SE NE FOTTE - IL RAPPORTO CATASTROFISTA DELL'ONU SUL CLIMA NON CITA I PRINCIPALI COLPEVOLI, CIOÈ I CINESI CHE EMETTONO PIÙ GAS SERRA DI TUTTI GLI ALTRI 37 PAESI SVILUPPATI MESSI ASSIEME - MENTRE NEGLI ULTIMI 30 ANNI L'INQUINTAMENTO IN TUTTI GLI STATI OCCIDENTALI (CON L'ESCLUSIONE DEL CANADA) È DIMINUITO, QUELLO DI PECHINO È TRIPLICATO: PERCHÉ L'ONU, COME L'OMS SULLA PANDEMIA, NON INDICA I VERI RESPONSABILI DEL DISASTRO?

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Carlo Nicolato per "Libero Quotidiano"

 

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Siamo spacciati. Negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha eguali negli ultimi 2mila anni. La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09 gradi centigradi superiore a quella del periodo 1850-1900, mentre nel 2019 le concentrazioni atmosferiche di Co2 sono state le più alte non degli ultimi 200 anni, nemmeno degli ultimi 2mila anni, ma addirittura degli ultimi 2 milioni di anni.

 

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Insomma tra il 2011 e il 2021 ci siamo letteralmente fumati il pianeta e se non facciamo qualcosa adesso, subito, ne pagheremo le conseguenze per centinaia o migliaia di anni. Lo dice l'ultimo rapporto catastrofista sul clima dell'Ipcc, ovvero il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, uno dei tanti carrozzoni dell'Onu, nato nel 1988 dalla confluenza di scienziati dell'Organizzazione meteorologica e del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente.

 

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Lo dicono dunque scienziati al cospetto del quale noi che climatologi non siamo possiamo solo tacere, anche se qualche dubbio ci sorge. Il Programma Onu per l'Ambiente, ovvero l'Unep, è lo stesso infatti che nel 1989 aveva avvertito che la temperatura globale sarebbe cresciuta di addirittura 7 gradi in 10 anni, non i miseri uno o due gradi di cui si discute adesso, e che quindi il pianeta Terra si sarebbe in pratica fuso prima del 2000.

 

IL BANGLADESH C'È ANCORA

Vent'anni dopo siamo qui a parlarne magari un po' accaldati, d'altronde siamo in agosto, ma dei cataclismi citati con dovizia di particolari dal Unep, dalla sparizione del Bangladesh alla perdita dei raccolti in Nord America, non se n'è verificato uno.

 

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Certo nel frattempo la scienza avrà fatto passi da giganti in climatologia ma perché adesso dovremmo credere ciecamente all'Ipcc che è in pratica la stessa cosa dell'Unep e che si spinge ad azzardare strabilianti statistiche basate su un range cronologico di due milioni di anni?

 

Detto questo non siamo noi a mettere in dubbio che il pianeta si sia surriscaldato negli ultimi tempi, né che nell'atmosfera ci sia più Co2, in questo caso le statistiche basate su qualche decina di anni non mentono di sicuro.

 

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Potremmo dubitare forse che il climate change sia dovuto alle attività umane, visto che nel passato ci sono stati parecchi sbalzi di temperatura in un senso e nell'altro senza che certamente le stesse attività, molto minori di quelle attuali, abbiano avuto un benché minimo ruolo. Ma non vogliamo, diamo per scontato che sia colpa nostra, come sostiene il 90% degli scienziati del pianeta e ovviamente l'Onu.

 

DISASTRO ASIATICO

Non diamo invece per scontato che mentre una parte del mondo, quella Occidentale, si sta dando da fare per diminuire le emissioni un'altra parte ne sta approfittando senza che l'Onu nel caso dica nulla, tantomeno l'Ipcc o l'Unep.

 

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Risulta infatti che la Cina nel 2019 abbia emesso più gas serra di tutti gli altri 37 Paesi sviluppati messi assieme. Il 27% dell'inquinamento da gas serra mondiale è prodotto dalla Cina, molto distante è la prima economia mondiale, Stati Uniti, con l'11%.

 

Mentre negli ultimi 30 anni le emissioni in tutti i Paesi Occidentali (con l'esclusione del Canada) sono diminuite, in Cina sono addirittura triplicate. Nel 2019 per la prima volta l'India ha superato gli Stati membri della Ue al terzo posto arrivando al 6,6% delle emissioni mondiali.

 

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In generale tutta l'Asia dove la maggior parte dell'energia continua a essere prodotta dal carbone è un disastro. Il presidente Xi Jinping ha recentemente annunciato che la Cina diventerà Paese a zero emissioni nette di Co2 entro il 2060, ma intanto nei primi tre mesi di quest'anno la produzione di carbone è aumentata del 16% mentre nell'anno della pandemia è stato sfiorato il record assoluto con 3,84 miliardi di tonnellate estratte.

 

E non ci sono solo le emissioni, l'Asia infatti è responsabile della gran parte dell'immondizia nei mari. India, Cina, Filippine, Thailandia, Vietnam e Indonesia rilasciano ogni anno in mare 7 milioni di tonnellate di plastica sui 9 milioni totali registrate nel mondo. La Cina avvelena l'umanità con i suoi virus e annienta la natura con le sue emissioni e la sua immondizia. E l'Onu, così come l'Oms per il virus, non ha forza di dire la verità.

 

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