Francesca Pierantozzi per "il Messaggero"
«Solo per rendere felici i bambini malati», recitava lo slogan che Sebastien Buisson aveva pensato per la sua associazione. L'aveva chiamata Le Nez Rouge, il naso rosso, perché era quello il suo strumento di lavoro: la palla sul naso, e poi una parrucca, un cappello, quanto basta per far divertire i piccoli pazienti degli ospedali. L'idea era inattaccabile, una cosa buona e giusta: organizzare piccoli spettacoli al capezzale dei bambini ricoverati. E infatti i doni piovevano.
Sovvenzioni statali, bonifici di privati, chi dieci euro, chi cento, una colletta per comprare i regali di Natale da distribuire nei reparti di pediatria, e poi tanti volontari per dare una mano. Chi avrebbe mai potuto sospettare qualcuno di fare la cresta usando il sorriso di un piccolino in un letto di ospedale? «E' stata tutta una truffa», ha invece ammesso la compagna di Sebastien messa all'angolo dalla squadra speciale anti riciclaggio del ministero della Finanze.
AUTO E VIAGGI Niente regali né maschere per i volontari, niente spettacoli per allietare il ricovero dei più piccoli, ma invece un bel Suv, viaggi in Guadalupa, cene al ristorante e soggiorni in alberghi a cinque stelle. Perfino la colletta online per i giocattoli da mettere nel sacco di Clown Babbo Natale era finta: i soldi raccolti sono finiti diretti nel conto personale del pagliaccio Sebastien. Venerdì è finito lui davanti al giudice, l'accusa è di «abuso di fiducia aggravato».
Sono almeno 240 mila gli euro che sarebbe riuscito a stornare, anche se, tra il 2014 e il 2018, i soldi raccolti superano addirittura i 460 mila euro. Invano, e per anni, la quasi omonima associazione Les clown doux, dolci pagliacci, aveva tentato di allertare le autorità sulle dubbie attività del concorrente: alla procura della Repubblica di Limoges avevano fatto sapere più volte che i pagliacci di Sebastien Buisson in realtà non esistevano.
Lui in compenso continuava imperterrito a farsi pubblicità. Aveva creato la sua associazione nel 2013 con l'obiettivo, come recitava lo statuto, di «distrarre i bambini malati e realizzare i loro sogni». In pochi mesi, il progetto raccoglie consensi: 38 «ambasciatori» organizzano in tanti ospedali di Francia delle «giornate del cuore» per raccogliere fondi. Poi arrivano le sovvenzioni statali: una volta 8mila euro, un'altra 7mila. Nel 2017 l'associazione conta 14 dipendenti e 460mila euro di fondi.
Ma il servizio del ministero dell'Economia incaricato di sorvegliare le operazioni anomale comincia insospettirsi. Un ritiro di 64mila euro in contanti da parte del presidente fondatore fa scattare l'operazione finale. Quando Buisson viene fermato, è la sua compagna a confessare tutto e subito: «Le Nez Rouge è sempre e solo stato una grossa truffa», mette a verbale.
Davanti al giudice è finita anche la madre di Sébastien Buisson, per entrambi la sentenza arriverà tra circa un mese. Buisson è nei guai anche per un'altra truffa: in un'aula di tribunale difendeva un imputato senza aver mai frequentato una facoltà di Giurisprudenza. «Tanto non perdo mai ha detto a sua difesa o vinco, o imparo».