I PINK FLOYD TORNANO A DELIZIARE GLI DEI - CONCERTO DI GILMOUR A POMPEI, 45 ANNI DOPO: BIGLIETTI A 345 EURO PER UN EVENTO DA SBALLO - A 10 ANNI ESATTI DALLA MORTE DI SYD BARRETT, LE NOTE DI 'SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND' FANNO VIBRARE ANCHE IL VESUVIO

Gino Castaldo: La sua chitarra vola con ineguagliabile eleganza, vibra come una bacchetta magica. E basta l’attacco di Wish you were here per trasformare l’anfiteatro pompeiano nel più potente tempio musicale che la cultura rock possa offrire al mondo degli adepti…

Condividi questo articolo


Gino Castaldo per “la Repubblica

 

GILMOUR A POMPEI GILMOUR A POMPEI

Ai limiti del sogno proibito. David Gilmour torna sul luogo del delitto, 45 anni dopo, nell’esatto posto in cui fu fissata in modo indelebile una delle più solide e incrollabili icone rock: i Pink Floyd a Pompei. Entrare nell’arena fa un effetto straniante, un complicato brivido fatto di incroci di spazio e di tempo, come se un vecchio monumento si risvegliasse da un antico torpore, prendesse improvvisamente vita, si riempisse di gente e magie musicali.

 

E basta l’attacco di Wish you were here per trasformare l’anfiteatro pompeiano nel più potente tempio musicale che la cultura rock possa offrire al mondo degli adepti. Allora fu un’idea bizzarra ed estrema: un concerto per i fantasmi dell’antichità, senza pubblico, nel deserto delle rovine che furono preservate da un immane disastro vulcanico.

GILMOUR A POMPEI GILMOUR A POMPEI

 

Oggi il pubblico riempie il cerchio centrale e le gradinate dell’anfiteatro con la solenne consapevolezza del privilegio (del resto pagato carissimo, con biglietti a 345 euro), una solennità per nulla attenuata dai venditori degli scavi che fuori dai cancelli chiamano: «signò, tenimm’e vasette cu Gilmùr », voci e moine che si spengono nella ruvida e ancestrale forza delle pietre che circondano il palco.

 

GILMOUR A POMPEI 6 GILMOUR A POMPEI 6

La prima vera sorpresa la regala lanciando nello stupore della platea un’intensa The great gig in the sky, il pezzo centrale di Dark side of the moon, l’essenza magica e irrazionale di quel disco. E all’inizio della seconda parte non manca One of these days, il più celebre e potente dei pezzi del concerto originale di 45 anni fa. Man mano che la sera avanza la musica sembra un magnete che attira presenze.

 

GILMOUR A POMPEI 5 GILMOUR A POMPEI 5

Lo stesso Gilmour ringrazia i fantasmi, vecchi e nuovi, rende omaggio al genius loci che qui, viene quasi da sorridere a pensarci, è una specie di affollato convegno e non potrebbe essere altrimenti. È possibile rivivere uno dei concerti che più hanno segnato l’immaginario rock. Gilmour allora sfidava con la sua giovinezza la bellezza olimpica delle statue, e infatti il regista Adrian Maben (anche lui presente in platea come a voler sorvegliare la celebrazione di quella sua fortunatissima idea) ammiccava, sovrapponeva al suo volto quello di un Apollo pre-eruzione.

GILMOUR A POMPEI 4 GILMOUR A POMPEI 4

 

Oggi con la sua rigorosa e integra maturità ricorda più le fattezze di un severo senatore romano, ma l’emozione è palpabile. Il grande schermo circolare che in perfetto stile Pink Floyd campeggia sulle teste dei musicisti, tra le rovine di Pompei sembra un disco solare, un tributo pagano agli dei della musica, sottolineato dai bracieri che si accendono sopra le gradinate.

 

I classici Pink Floyd qui possono arricchirsi di altri significati, a cominciare dal ricordo di Syd Barrett, il folle visionario che “inventò” il progetto Pink Floyd, scomparso esattamente il 7 luglio di 10 anni fa. Le note di Shine on you crazy diamond, al lui dedicata, vibrano fino alle viscere della terra, sembrano chiamare come testimone il vulcano stesso che si erge poco lontano.

GILMOUR A POMPEI 3 GILMOUR A POMPEI 3

 

Cambia o cresce di senso Wish you were here, dove l’epica universale del tema dell’assenza si sposta fino a comprendere i fantasmi millenari di Pompei. Per non dire di The great gig in the sky, il pezzo col quale i Pink Floyd di allora cercarono addirittura di misurarsi col tema della morte. Il palco è più sobrio del solito, non ha copertura, risponde all’esigenza inevitabile di rapportarsi a uno spazio limitato, e per di più iper-protetto.

 

GILMOUR A POMPEI GILMOUR A POMPEI GILMOUR A POMPEI 2 GILMOUR A POMPEI 2 GILMOUR A POMPEI 2 GILMOUR A POMPEI 2

Ma questo maggiore raccoglimento non fa che accrescere il fascino della serata, i tremila spettatori sanno di essere qui per vivere un’esperienza indimenticabile, e il concerto di David Gilmour, sembra fatto apposta per esaltare la bellezza della musica, la sua chitarra vola con ineguagliabile eleganza, vibra come una bacchetta magica, non spreca una sola nota, la voce è magnifica, opacizzata dal tempo ma ancora orgogliosa, fiera, quando grida: «Money, it’s crime!». Alla fine anche gli Dei ringraziano. Aspettavano da 45 anni che qualcuno tornasse a intrattenerli.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...