1 - SPERANZA: "AI GIOVANI DICO: SERVE PIÙ ATTENZIONE SIETE IL PRINCIPALE VEICOLO DI CONTAGIO"
Estratto dell’articolo di Maria Rosa Tomasello per “la Stampa”
«Voglio lanciare un appello ai giovani. In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Alle ragazze e ai ragazzi dico: state attenti, perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento». Roberto Speranza guarda i numeri e scuote la testa: «La situazione è seria. È vero che l'Italia in questa fase sta meglio degli altri Paesi, ma è pura illusione pensare che, mentre nel resto d'Europa il contagio riparte e già si parla di seconda ondata, noi possiamo restare tranquilli e beati dentro i nostri confini».
È una richiesta senza accuse quella che rivolge ai giovani, perché l'illusione di essere al riparo dalla malattia, protetti, può essere una cattiva consigliera e generare effetti incontrollabili: «I ragazzi forse non sanno che oggi l'età media del contagio è scesa a 40 anni - sottolinea il ministro della Salute - mentre solo due mesi fa era 60-65 anni. È chiaro quindi che i giovani sono un veicolo di contagio potenziale pericolosissimo, e non tanto per se stessi. Il vero rischio è che, tornati a casa dalla movida, possano contagiare i loro genitori o i loro nonni». […]
movida a ponza alla faccia del virus 3
2 - ANDREA CRISANTI: "ORA TAMPONI PER TUTTI GLI STRANIERI AI RAGAZZI DATI MESSAGGI SBAGLIATI"
Chiara Baldi per “la Stampa”
Le prossime settimane saranno ancora all'insegna del segno più per quanto riguarda i contagi da Coronavirus in Italia, ma Andrea Crisanti, il virologo del «Modello Vo' Euganeo», è fiducioso: «Certo i casi aumenteranno ancora ma non rischieremo un nuovo lockdown». Una frase che rincuora, nel giorno in cui in Italia si registrano 402 casi - contro i 159 di tre giorni prima - e in cui le sole regioni a positivi zero sono la Basilicata e il Molise. Una piccola speranza arriva anche dai decessi: 138 due giorni fa e 118 ieri.
Quella di ieri è stata una giornata negativa per quanto riguarda numeri e indice Rt. Ci dobbiamo preoccupare?
«Direi di no. Il quadro di questi giorni fa parte della dinamica epidemiologica di questo momento. Penso che quelli di ieri siano numeri che rientrano nella dimensione dell'epidemia a livello mondiale. In più, in Italia non siamo mai arrivati a zero contagi per cui non dobbiamo essere troppo sorpresi da questi numeri. A una analisi più approfondita, poi, emerge che questi nuovi contagi sono casi importati da altri paesi, focolai da rientro che sono una minaccia vera e propria. E per i quali vanno presi dei provvedimenti».
movida a ponza alla faccia del virus 1
Di che tipo?
«Per esempio sul modello di quello che stanno facendo in Germania e che io ho consigliato molto tempo fa. Di ogni viaggiatore si ricostruisce l'itinerario, lo si sottopone a tampone e poi lo si mette in isolamento. È un lavoro enorme, molto faticoso, ma necessario. Credo che anche noi arriveremo a elaborare un piano del genere per chi arriva da fuori dell'Italia».
Rischiamo un nuovo lockdown nazionale?
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«No, non credo proprio. Quella italiana è una situazione sotto controllo, tutti i focolai presenti sul nostro territorio vengono oggi gestiti in modo corretto, puntando al contenimento e facendoli estinguere nell'arco di pochi giorni. Certo è che mi aspetto un ulteriore aumento dei casi e quando questi focolai dovessero aumentare nei numeri e nelle dimensioni tanto da sopraffare il sistema, allora sì, dovremo pensare a lockdown localizzati, zone rosse ristrette per tenere sotto controllo la situazione. Non dimentichiamo però che l'Italia, in una situazione in cui non erano presenti farmaci e soprattutto senza vaccini, è stata la prima nazione a scoprire quale fosse il modo giusto di testare i contatti, per cui mi sento di dire che stiamo facendo le cose giuste. Soprattutto ora che il "Modello Veneto" viene finalmente applicato su scala nazionale».
movida e assembramenti a ponza
C'è una corrente di pensiero che ritiene i giovani responsabili dell'aumento dei contagi. La movida è un problema?
«È indubbio che il virus sfrutti il comportamento sociale degli individui, come abbiamo avuto modo di vedere nei mesi scorsi. Ma trovo curioso questo scaricabarile fatto sui giovani: in fondo, siamo noi che abbiamo dato a loro insegnamenti e messaggi che, forse, in alcuni momenti sono stati anche sbagliati. Per cui ce ne dobbiamo assumere la responsabilità».
Molti suoi colleghi sostengono che il virus si sia indebolito per cui ci possiamo permettere una maggiore tranquillità. Lei cosa ne pensa?
«La scienza dice una cosa molto chiara e indiscutibile. E cioè che i virus non si indeboliscono né si rafforzano, semplicemente si selezionano. Al momento non ci sono elementi per dire né che il Covid si sia evoluto né in che modo. Dobbiamo anzi mantenere alta la guardia e tornare a indossare la mascherina - ne vedo molto poche in giro - e a mantenere il distanziamento sociale. Il virus non è affatto sparito».
movida a ponza alla faccia del virus