PER I PM, CAROLA RACKETE CERCÒ VOLONTARIAMENTE DI SCHIACCIARE LA MOTOVEDETTA DELLA GUARDIA DI FINANZA - NON C’ERA UNO STATO DI NECESSITÀ VISTO CHE I MIGRANTI A BORDO STAVANO BENE: ERA GARANTITA UNA BUONA ASSISTENZA MEDICA - AVVISO AI NAVIGATI: C'È UN'ALTRA INDAGINE IN CORSO SULLA SEA WATCH PER FAVOREGGIAMENTO DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - C'È STATA UNA PERQUISIZIONE A BORDO PER ACQUISIRE MATERIALE SU EVENTUALI CONTATTI TRA I TRAFFICANTI LIBICI E I COMPONENTI DELLA ONG…

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Marco Menduni per “la Stampa”

 

CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

Inizia presto la giornata decisiva di Carola Rackete la capitana della Sea Watch, la Finanza la raggiunge a Lampedusa e per mare la porta ad Agrigento. Ma arriva sera e la decisione sulla convalida del suo arresto non c' è ancora. Arriverà stamattina, perché il giudice Alessandra Vella vuol mettere in mezzo una notte di riflessioni.

 

Tre ore di interrogatorio e ognuno rimarca le sue posizioni. La novità arriva però dalle parole dei pm: c'è un' altra indagine in corso sulla Sea Watch, indagine parallela per il favoreggiamento dell' immigrazione clandestina. Va avanti autonomamente e non c' entra con questo appuntamento: «C'è stata una perquisizione a bordo per acquisire materiale su eventuali contatti tra i trafficanti libici e i componenti della Sea Watch». Aggiungono i magistrati: «Questo materiale è coperto da segreto investigativo».

 

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Nell' ufficio del giudice l' atmosfera è serena. Carola scandisce le parole: «Non volevo urtare la motovedetta, sono entrata lentamente, quello era l' unico punto in cui attraccare la mia nave, ero convinta che si sarebbero spostati». Ribadisce il perché della decisione: «Ho agito da sola spinta da un imperativo morale, quando mi hanno portato un report medico in cui si diceva che la situazione a bordo era insostenibile, ho deciso di entrare. Qualcuno minacciava di uccidersi».

 

La procura rimane sulle sue posizioni. Il tentativo di schiacciare la motovedetta contro il molo è stato volontario. Lo stato di necessità non c era: i migranti stavano bene, era garantita una buona assistenza medica. Ma ribadiscono: non serve prolungare i domiciliari, se la Rackete resta lontana da Lampedusa l'indagine è tutelata. Stamattina Carola, è ragionevole prevederlo, sarà libera. In Italia resterà pochissimo. Già da alcuni giorni è stato firmato il decreto di espulsione della comandante della nave: «È pericolosa per l'ordine e la sicurezza pubblica».

 

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Potrebbe anche esserle consegnato immediatamente dalla polizia, all'uscita del tribunale. Il vicepremier Matteo Salvini torna all' attacco: «Siamo pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca». Da Salvini ancora messaggi all'Europa: «Dagli altri Paesi, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto».

 

L'Europa, appunto: il clamore mediatico ha varcato da giorni i confini. Deve intervenire il presidente della Repubblica Mattarella e ricordare: «La questione è nelle mani della magistratura. La Costituzione prevede una assoluta divisione dei poteri, la nostra magistratura è di assoluta indipendenza e io ho molta fiducia». Anche il premier Conte lo ricorda ad Angela Merkel, che chiede notizie sulla cittadina tedesca: «Non posso intervenire, come in Germania l'esecutivo è distinto dal potere giudiziario e la sorte della Rackete dipende dalla magistratura indipendente».

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La giornata si conclude con una notizia dal fronte politico interno che fa infuriare il sottosegretario leghista Nicola Molteni. Domani si aprono le audizioni in commissioni sul Decreto sicurezza bis e tra gli invitati a intervenire c' è, sorpresa, la Sea Watch. Sbotta Molteni: «Da una parte il governo difende l' Italia, dall' altro vengono considerati interlocutori dei fuorilegge che speronano le navi della Finanza».

 

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