Luigi Ippolito per www.corriere.it
Tamponato uno scandalo, ne riscoppia un altro. La monarchia britannica aveva fatto appena in tempo a sbarazzarsi dell’ingombrante Meghan, che ora si ritrova di nuovo sulle prime pagine la storiaccia del presunto coinvolgimento del principe Andrea nelle turpitudini del magnate pedofilo Jeffrey Epstein.
A sparare la cannonata è stato ieri il procuratore di New York Geoffrey Berman, che indaga sul caso: il magistrato ha rivelato che gli investigatori americani hanno chiesto di sentire il principe, ma lui «finora ha fornito zero collaborazione».
I legali di Andrea non si sono neppure degnati di rispondere alle richieste americane: e questo nonostante lo stesso principe avesse offerto la sua cooperazione. «Ovviamente, sono pronto ad aiutare ogni agenzia legale nelle indagini, se richiesto», aveva fatto sapere Andrea subito dopo la famigerata intervista televisiva nella quale si era dato la zappa sui piedi a proposito dei suoi legami con Epstein. Ma invece così non è stato.
Il procuratore non è entrato nei dettagli dell’inchiesta: ma ha confermato che si stanno cercando possibili «complici» del magnate morto in carcere in un apparente suicidio. «Epstein non avrebbe potuto fare ciò che ha fatto senza l’aiuto di altri - ha detto il magistrato americano - e vi posso assicurare che le indagini stanno facendo progressi». Il principe Andrea non è indagato: ma non è detto che la sua posizione non possa aggravarsi, soprattutto se continuerà ad eludere le richieste che arrivano da New York.
Andrea era stato già «dimissionato» dalla regina dopo la maldestra intervista alla Bbc, cioè costretto ad abbandonare le sue funzioni reali. Lui aveva ripetuto di non aver mai incontrato Virginia Roberts Giuffrè, la donna che lo accusa di essergli stata «offerta» da Epstein quando aveva solo 17 anni: e questo nonostante l’ormai celebre foto che lo ritrae abbracciato alla ragazza. Virginia sostiene di essere stata costretta ad andare a letto con Andrea in ben tre occasioni, ancora minorenne.
Il principe ha anche affermato di non essere mai stato a conoscenza del fatto che il suo amico Epstein, del quale frequentava le case e le feste, tirasse le fila di una rete pedofila: il magnate forniva ai ricchi e potenti ragazzine che venivano mandate in giro per il mondo a bordo di un jet privato, il «Lolita express».